A Tom Lee va quantomeno riconosciuta l’originalità delle sue analisi. E questa volta, per i microfoni di Crypto World soltanto ieri, non ha fatto eccezione.

Tom Lee di Fundstrat intravede infatti dei cambiamenti importanti in come saranno composti i portafogli degli investitori anche in relazione al mondo delle criptovalute, con tassi di interesse delle banche centrali e inflazione che giocheranno un ruolo importante per la fuga da bond e, cosa più importante, dalle azioni con i profili di rischio più importanti.

Sarà fuga dai Bond verso Cripto e NFT: l’idea di Tom Lee

Qualcosa che deve considerarsi come un’ottima notizia, se dovesse avere ragione Tom Lee, per il mondo delle criptovalute. Un mondo sul quale possiamo investire anche con la piattaforma sicura eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con SERVIZI PREMIUM e professionali – un intermediario che ci garantisce accesso a 49+ criptovalute a listino, scelte tra le migliori che questo settore è in grado di offrire.

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Tom Lee: capitali a caccia di rendimenti finiranno nelle cripto

La situazione è quella che abbiamo descritto più volte sulle pagine di Criptovaluta.it. L’inflazione ha de facto reso i rendimenti sui bond sovrani negativi e le mosse delle banche centrali continuano a minacciare i mercati a più alto tasso di crescita, nello specifico le azioni tech che sono quotate in larga parte al NASDAQ. Una situazione molto difficile per i piccoli risparmiatori, che hanno da scegliere se vedersi il capitale eroso, oppure se correre qualche rischio in più. Con i mercati però tradizionalmente di rischio, come quello azionario, che dall’evoluzione di questi eventi hanno soltanto da perdere.

I tassi di interesse sembra che debbano recuperare quasi 30 anni di declino. Questo vuol dire che per i prossimi 10 anni è garantito che perderemo denaro investendo in bond. Parliamo di 60 trilioni di dollari, poco meno della metà del patrimonio dei risparmiatori privati. La questione che dobbiamo chiederci è dove andranno questi 60 trilioni per cercare dei rendimenti.

La risposta ovvia, secondo Tom Lee, sarebbe quelle degli asset maggiormente speculativi, che però sono ovviamente molto meno appetibili in un mercato dominato da tassi in rialzo. E quindi, dice Tom Lee, si tratterà di asset digitali non convenzionali. Non solo Bitcoin, ma anche le altre criptovalute e, perché no, i NFT.

Gli investitori hanno meno paura di Bitcoin oggi

Gli investitori, sempre secondo Tom Lee, hanno sempre maggiore dimestichezza con il mondo di Bitcoin e delle criptovalute e sarebbero pertanto pronti, nei prossimi anni, al grande salto.

Un grande salto che avrebbe delle ripercussioni importanti in termini di crescita per il comparto, tutto questo a patto che non si verifichi un evento di grandi proporzioni. Sempre secondo Lee, l’unico in grado di invertire questo trend sarebbe una vulnerabilità di Bitcoin.

La maggiore preoccupazione sarebbe una vulnerabilità di Bitcoin, perché è la blockchain più importante e quella che ha il maggior valore patrimoniale.

Un’opinione, anche questa, che condividiamo, essendo però al tempo stesso piuttosto certi della solidità di Bitcoin e del suo ecosistema.