Sì, la situazione è drammatica. Sì, Bitcoin fixes this. Almeno in parte. Con le truppe di Putin che hanno tentato l’assalto a Kiev nella notte, ci sono dall’altro lato anche storie, potenti, che arrivano da quello che sta avvenendo al sistema bancario e fiat dell’Ucraina.

Una situazione della quale abbiamo parlato più volte nel corso degli ultimi giorni e che oggi merita un approfondimento, anche grazie ad una testimonianza che riporteremo tra qualche riga.

Sì, Bitcoin si sta comportando da Bitcoin

Per quanto possa avere senso parlare di adozione in un contesto del genere, sì, è stata una vetrina importante di quello che Bitcoin può fare da network impossibile da censurare. E prima di parlare di riserva di valore che non è, sarebbe il caso di evidenziare come $BTC abbia fatto egregiamente quello che è stato concepito per fare. Un segnale forte, sul quale possiamo investire con la piattaforma sicura eTorovai qui per ottenere un conto virtuale con il TOP delle funzionalità – intermediario che propone un ottimo ecosistema per fare investimenti su BTC e su altre 50+ criptovalute.

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Banche e bancomat bloccati: cosa vuol dire vivere senza Bitcoin

Quando la situazione di un paese diventa grave come quella dell’Ucraina, le prime cose a saltare sono banche, denaro fiat elettronico e bancomat. Questo perché i paesi che si trovano in condizioni estreme, vuoi un invasione straniera, vuoi un colpo di stato, hanno l’immediato interesse a congelare pagamenti, trasferimenti e a scongiurare la possibilità che ci siano dei bank run, ovvero che le persone si rechino in massa a ritirare il denaro innescando disastri a catena.

I governi, in crisi o meno, hanno anche il potere di implementare queste misure. Non su Bitcoin però. Ed è infatti Bitcoin che ha continuato a funzionare – e continuerà a farlo qualunque saranno gli esiti dell’attacco russo. Ed è un grande successo per Bitcoin perché, lo ricordiamo ancora una volta ai nostri lettori, è nato proprio per questo motivo – e non per essere un asset speculativo oppure una riserva di valore.

La storia: via dall’Ucraina, ma con Bitcoin

La storia condivisa da Crypto Gateway (che tra pochi giorni sarà con noi in una lunghissima intervista sul mondo DeFi) da un lato è di quelle che fanno commuovere anche i più duri di noi, dall’altra la dimostrazione della bontà di quello che diciamo.

La storia di uno dei tanti che sono riusciti a sottrarsi al conflitto e al blocco di ogni possibilità di portare con sé denaro fiat (anche elettronicamente) appoggiandosi appunto sull’unico network per il trasferimento di valore che non può essere censurato. In guerra, in pace, in dittatura e in regime democratico. In qualunque contesto, in qualunque parte del mondo, nelle situazioni più gravi come in quelle meno gravi.

Non potevo ritirare denaro, le banche sono state chiuse. La banca nazionale ha bloccato tutte le transazioni e non posso neanche mandare denaro verso la Polonia.

Sì, questa volta possiamo dirlo senza alcuna verve comica: Bitcoin fixes this.