L’Unione Europea, stando ai soliti titoli sensazionalistici di cui abusano le pubblicazioni generaliste, avrebbe disposto il congelamento/sequestro delle criptovalute riconducibili agli oligarchi russi. Titoli scritti per attirare click e che non hanno, come spesso accade, alcun intento di spiegare quello che sta succedendo in realtà.

C’è un appiglio in realtà, perché la UE ha parlato effettivamente di includere nelle sanzioni anche le criptovalute che sono detenute dagli “oligarchi” che sono sottoposti a sanzione. Ma non hanno potuto sequestrare alcunché, perché le cose sono più complesse di quanto riportato dai giornali.

Occhio a quanto raccontano i giornali – Sanzioni vere, ma congelamento…

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La UE congela le cripto dei russi sanzionati? Non esattamente…

Sì, è vero che la UE si è espressa nel senso di sottoporre a sanzioni anche le criptovalute, Bitcoin ed altro, detenuti dai cosiddetti oligarchi o comunque da persone vicine al governo di Mosca. È stata infatti aggiunta una postilla ad un’ordinanza del 2014 per includere chiaramente anche i cosiddetti Crypto asset.

Quello che non è vero è però che tali asset siano stati già congelati. Perché ancora una volta manca chiarezza su come opera il settore e sul fatto che in realtà gli stati e le organizzazioni sovranazionali hanno potere di imporre sanzioni soltanto attraverso quelli che sono degli exchange e intermediari che hanno interesse a collaborare.

Cosa intendiamo dire? Intendiamo dire che siamo davanti ad una questione molto diversa. Chi degli oligarchi dovesse detenere ad esempio un regolare wallet Bitcoin, del quale possiede esclusivamente le chiavi, non potrà vedersi congelare nulla. Ad essere colpiti saranno soltanto quelli che operano tramite Exchange e che detengono i loro coin e token all’interno dei loro “wallet virtuali”.

Sanzioni, cripto: guardare a quanto è capitato da Coinbase per rendersi conto della verità

Sul tema possiamo anche fare riferimento a quanto ha fatto Coinbase negli USA. Secondo quanto riportato dal gruppo sarebbero stati sequestrati e congelati oltre 25.000 wallet legati a cittadini russi, secondo il gruppo in odore di possibili attività illecite.

Ecco: nessuno di quei 25.000 wallet sarebbe stato sequestrabile da UE o USA se non fosse stato nella disponibilità degli exchange. Cosa che come non era possibile ieri non sarà possibile domani. Ed è una cosa che ci porta ad almeno due tipi di considerazioni, che a nostro avviso sono entrambe bullish sul comparto cripto:

  • Not your keys not your coins è vero

Se non deteniamo le nostre chiavi le autorità o altri potranno metterci le mani sopra. Ed è una buona notizia perché vuol dire che al contrario quando abbiamo le chiavi del nostro wallet nessuno potrà metterci le mani. Bitcoin si pubblicizza anche come moneta impossibile da confiscare e fino ad oggi ha tenuto fede a questa promessa, unica nel panorama monetario.

  • Non è vero che le cripto si possono utilizzare agilmente per aggirare le sanzioni

I volumi di denaro che gli oligarchi dovrebbero spostare sono di dimensioni tali da richiedere degli intermediari strutturati, principalmente exchange. E gli exchange con certi livelli di liquidità sono tutti obbligati ad ottemperare ad ordini di sequestro e all’applicazione di sanzioni. È un non problema, anche questo inventato da un po’ di malapolitica e dalla narrativa sbilenca della stampa (in particolare italiana), sul tema cripto. Ma siamo ormai abituati, nonché decisi a contrastare la disinformazione proprio con Criptovaluta.it.