Inquinamento, utilizzo da parte della criminalità e tutto il corredo di FUD che siamo abituati a vedere dai piani alti della politica e non da chi, almeno in passato, si era battuto per la libertà.

Forse non ce lo saremmo aspettati da Wikipedia, o meglio dalla community dei contributor di Wikipedia, che a larghissima maggioranza ha votato per il ban di Bitcoin e criptovalute per le donazioni alla Wikimedia Foundation.

Wikipedia fa una scelta su Bitcoin e cripto, a nostro avviso sbagliata

Colpo duro per le criptovalute? Assolutamente no. Fondamentalmente i volumi spostati sono pochissimi, così come la percentuale di opinione pubblica. E quindi potremo continuare con i nostri eventuali piani di investimento senza tenere conto di quanto sta avvenendo da quelle parti. Potremo farlo con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito al 100% con il TOP degli STRUMENTI – intermediario che offre in piena e vera libertà tutti gli strumenti per fare trading sulle cripto.

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Wikipedia si schiera contro le cripto (ma in realtà ce l’ha con Bitcoin

Dopo Greenpeace un altro grande marchio della cultura popolare si schiera contro Bitcoin, pur dicendo di avercela in realtà con le cripto. Si tratta di Wikipedia, che ha appena votato a livello di community una richiesta per la cessazione delle donazioni in cripto verso l’enciclopedia libera. Ma andiamo con ordine.

Il 10 gennaio scorso un editor di Wikipedia, tal GorillaWarfare, al secolo Molly White, ha sottoposto alla community la propria idea, ovvero quella di proporre alla Wikimedia Foundation di non accettare più donazioni in cripto. Dopo il classico periodo di discussione, si è passati alla votazione, che ha visto i , e dunque i favorevoli al ban oltre il 70% dei contributor.

Il perché è presto detto: è il solito trittico fatto di sostenibilità ambientale, le implicazioni in termini di reputazione, dato che le cripto (e Bitcoin in particolare) sarebbero associati al crimine e anche il possibile endorsement delle cripto per il mero fatto di accettarle.

Qualcosa che non è nuovo nel panorama pubblico e che continua a mietere vittime. Vittime che però non sono né Bitcoin, né Ethereum, né Bitcoin Cash (le tre che vengono attualmente accettate dalla fondazione). La vera vittima, se questo voto dovesse dare seguito effettivamente al ban, sarà proprio Wikipedia, quella che ama definirsi sin dal suo debutto… enciclopedia libera.

Wikipedia dovrebbe riconoscere il valore di tecnologie contro la censura

Ed è questo forse il punto più scioccante di quanto si è votato. Wikipedia ha dovuto affrontare ban in diversi paesi, pensiamo alla Turchia, e dovrebbe conoscere il valore di qualunque tecnologia aiuti ad aggirare la censura, sia essa di informazioni o monetaria.

Altre organizzazioni per la libertà di informazione, pensiamo a Wikileaks, si sono viste respingere e segregare dal mondo fiat, soltanto per citare la più famosa. E un ban per tecnologie di questo tipo, pensiamo ovviamente in primis a Bitcoin, non è quanto ci saremmo aspettati da Wikipedia. Ma la comunità ha votato, forse anche facendosi forza dell’esiguità delle donazioni che arrivano da questo lato. Si parlerebbe infatti di 130.000$ lo scorso anno, principalmente in bitcoin, denaro arrivato da meno di 350 persone.

La stessa scelta fatta da Mozilla poco tempo fa

Una decisione simile, sebbene soltanto contro le criptovalute Proof of Work era stata presa dalla Mozilla Foundation, la fondazione che gestisce lo sviluppo dell’omonimo browser. Anche qui alfieri della libertà decaduti. O meglio, alfieri che hanno tutta la libertà del mondo nel decidere come ricevere donazioni, ma che al tempo stesso tagliano fuori il più importante strumento contro la censura e a favore della libertà, ovvero Bitcoin.

Decisioni almeno a nostro avviso completamente incomprensibili, dettate da quella foga ambientalista che in realtà si appoggia ad informazioni false, come abbiamo visto anche in una delle nostre recenti live con un ospite d’eccezione. L’asse tra Greenpeace, Wikipedia e Mozilla vorrebbe limitare Bitcoin. Ma con ogni probabilità, almeno a guardare i numeri, sta semplicemente condannando se stesso all’irrilevanza.

Bitcoin non ha bisogno dell’appoggio di fondazioni à la page, che pagano il prezzo di non avere il coraggio di documentarsi e di capire effettivamente quale forza, anche per l’energia pulita, sia rappresentata dal mining di Bitcoin. Un mining sul quale si sa poco ma si parla purtroppo troppo, soprattutto in quelli che erano, se vogliamo, gli ex piani alti.