Il Fondo Monetario Internazionale non ha alcuna intenzione di mollare la presa. E non sembrerebbe avere alcuna intenzione neanche di smetterla di bullizzare i paesi che, in piena autonomia, decidono di aprire al mondo di Bitcoin e delle cripto.

Nel corso della settimana che si avvicina alla chiusura diventano vittime degli strali (e della prepotenza) del potente ente internazionale anche Argentina e Repubblica Centrafricana, anche se in contesti piuttosto diversi.

Fondo Monetario Internazionale ancora leader del bullismo fiat

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Il Fondo Monetario Internazionale a tutto gas contro Bitcoin

Per chi segue ogni giorno Criptovaluta.it la cosa non dovrebbe essere una novità. Una delle istituzioni più potenti al mondo, il Fondo Monetario Internazionale, non riesce ad accettare il fatto che alcuni paesi decidano per conto proprio di accettare Bitcoin, vedi il caso della Repubblica Centrafricana, oppure che semplicemente lascino in pace i propri cittadini che vogliono acquistare $BTC o altra criptovaluta, come nel caso dell’Argentina.

Chi, come vi scrive, ha qualche capello bianco ha già una certa familiarità con le veline che arrivano da IMF, parole su carta che però hanno grande eco e che sono in grado di far tremare i governi dei paesi economicamente subalterni. Non era mai successo prima però di vedere un fuoco di fila di questo livello, a partire dall’accordo capestro fatto firmare da Buenos Aires con una pistola, per quanto solo monetaria, alla tempia. Ma andiamo con ordine.

Se vuoi i soldi di IMF, ostacola le cripto

È questo il sunto dell’accordo che permetterà all’Argentina di ricevere l’ennesimo prestito ponte per evitare l’ennesimo default. Prestito che arriverà da IMF a patto che il paese ostacoli, per quanto possibile, l’utilizzo di criptovalute e Bitcoin. Cosa che ha già avuto i suoi riflessi pressoché immediati.

La Banca Centrale Argentina ha infatti già proibito alle banche di permettere ai propri clienti di acquistare direttamente cripto asset. La giustificazione? Ancora una volta il mantra che IMF ha messo in piedi da tempo: sicurezza e stabilità. Il tutto in un paese che non ha né l’una ne l’altra e che senza l’ennesimo prestito ponte si sarebbe avviato verso un nuovo fallimento.

Prendere per la gola, e non nel senso di manicaretti, un paese nel quale la popolazione, per sfuggire all’inflazione perpetuamente in doppia cifra, aveva iniziato a guardare al mondo delle cripto e di Bitcoin. Con addirittura il comune di Buenos Aires pronto ad accettarle in pagamento per le imposte locali.

Preoccupazione IMF anche per la Repubblica Centrafricana

Un paese dall’impatto economico pressoché nullo, tra i più poveri al mondo, che in Bitcoin ha visto una chance anche per sfuggire al giogo del Franco Centrafricano, in peg con l’Euro e che impone al paese di sottostare a politiche monetarie non sue.

Anche in questo caso la reazione del Fondo Monetario non è tardata ad arrivare e ha confermato forte preoccupazione per il futuro di questo esperimento. Un po’ come era successo a El Salvador, primo paese al mondo ad adottare Bitcoin come valuta avente corso legale.

Di cosa ha paura esattamente il Fondo Monetario?

Lasceremo i nostri lettori rispondere a questa domanda, anche se noi un’idea, che andremo a sviluppare nei prossimi capitoli di questa guerra ce la siamo già fatta.

Certo è che rimane piuttosto buffa la solerzia con la quale il FMI, di fronte a paesi con le economie distrutte abbia deciso di muoversi soltanto ora con questi appelli alla stabilità. Dov’erano quando l’Argentina falliva per l’ennesima volta, riducendo sul lastrico una larga parte di cittadini incolpevoli?