Ci sono novità per quanto riguarda le riverse della Luna Foundation Guard, riserve che dovevano servire per cercare di proteggere il peg di UST con il dollaro. Novità che ai più ottimisti non piaceranno.

Nelle casse del gruppo è rimasto infatti ben poco, e comunque somme non sufficienti per pensare a qualunque tipo di sviluppo ulteriore, di recupero del peg di grande ritorno di valore per quanto è rimasto di $LUNA.

Una brutta notizia per gli utlimi (e pochi) ottimisti

Una situazione che però finalmente diventa chiara e che permetterà a tutti di trarre le proprie conclusioni, nonché di valutare come abbia funzionato il sistema di riserve in cripto che era stato messo in piedi da Do Kwon e dai Lunatics.

Casse quasi vuote per la Foundation

La Luna Foundation Guard era nata con un obiettivo molto ambizioso, ovvero quello di raccogliere fondi, in altri cripto come Bitcoin ma non solo, per offrire un sostegno all’ecosistema di Terra Luna e dello stablecoin relativo $UST nei momenti di crisi.

Protezioni che a tutti o quasi erano sembrate sufficienti, dato che per l’appunto riguardavano una quantità di denaro molto importante, almeno prima della cessione che sarebbe avvenuta la settimana scorsa. Ma procediamo con ordine, partendo da una serie di Tweet che sono stati appunto pubblicati proprio dalla Fondazione stessa.

Alla data di sabato 7 maggio 2022 la Luna Foundation Guard aveva riserve nei seguenti asset e per le seguenti quantità: 80.394 Bitcoin, 39.914 $BNB, 26.281.671 USDT Tether, 23.555.590 USDC, 1.973.554 Avax, 679.344 UST e 1.691.261.

L’utilizzo del passato da parte della fondazione è forse sufficiente per raccontare già tutta la storia, che comunque continueremo a spiegare nel seguito di questo approfondimento. La Foundation, dopo aver ricordato i suoi scopi no profit, ha ricordato anche quale fosse la mission di quelle riserve, ovvero di mantenere agganciato $UST al valore di 1$ nel caso di crisi. Crisi che si è puntualmente presentata domenica 8 maggio e che ha causato un letterale sfacelo all’interno dell’ecosistema di Luna, portandolo rapidamente allo zero. Ma cosa è successo a queste riserve? Vediamolo insieme.

I quasi 27 milioni di Tether sono stati immediatamente venduti a mercato, così come i quasi 24 milioni di USDC. Una prima parte di 52.189 Bitcoin sono stati inviati ad una controparte per il trading di breve, sempre per cercare di sostenere il prezzo di $UST, con 5.313 che sono stati poi rimandati indietro.

Successivamente il 10 maggio scorso la Fondazione avrebbe venduto il resto dei 33.000 e rotti Bitcoin, con una piccolissima parte, come vedremo, che è rimasta oggi in cassa. Ancora più scioccante il Tweet che racconta di quanto rimasto all’interno delle casse della Fondazione, tenendo conto anche dell’acquisto di $LUNA per evitare un takeover in termini di Governance.

Ad oggi la Fondazione ha in riserva: 313 Bitcoin, 39.914 BNB, 1.973.554 AVAX, 1.847.978.725 UST, 222.713.007 $LUNA.

Asset che, sempre secondo quanto affermato dalla Fondazione, saranno venduti per coprire le perdite degli holder di UST, a partire dai wallet più piccoli.

Ottima la resistenza di Bitcoin

Riserve piuttosto sostanziose che si sono letteralmente volatilizzate e che ci raccontano adesso l’altra parte della storia che tutti sospettavamo, ma sulla quale mancavano conferme ufficiali. Ovvero che Bitcoin è stato sottoposto ad una pressione di vendita molto importante, probabilmente responsabile di quanto avvenuto nel corso dell’ultima settimana.

E in una situazione del genere, i minimi toccati sembrerebbero assumere tutto un altro spazio all’interno della narrativa di quanto avvenuto. Justin Sun è avvisato: le riserve, almeno nel caso della creatura di Do Kwon, non hanno funzionato.