Anche se l’UE dice di avere tutto sotto controllo e che il MiCA sarà il calderone legislativo che offrirà chiarezza per tutti i paesi membri, in realtà questi, alla spicciolata, si stanno muovendo con normative proprie.

E che risulteranno in difficoltà di convergenza da Lisbona a Nicosia, tanto per citare due paesi che sono maggiormente attivi nel settore. Con quest’ultimo, Cipro, che ha appena pubblicato un draft di regolamentazioni sulle cripto, sempre con l’intenzione di non uscire fuori dal seminato UE, ma rimarcando come si trovi nell’impossibilità di attendere i tempi UE.

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Cipro si muove per conto proprio: ecco il primo tentativo di normare Bitcoin e cripto

Cipro è un paese caratterizzato da una lunga tradizione di accoglienza per gli operatori e gli intermediari finanziari, nonché culla del grosso dei broker che offrono trading retail in Europa. Un paese dal quale ci aspetteremmo, dunque, una maggiore attenzione al mondo cripto e interventi possibilmente meno restrittivi. Cerchiamo di capire insieme com’è andata e come questo paese ha cambiato la sua attitudine verso le cripto.

Cipro teme regole troppo stringenti da parte di BCE

Posso dirvi che Cipro accoglie l’utilizzo di asset cripto e digitali, ma abbiamo bisogno di prestare la massima attenzione e rispettare non solo i regolamenti attualmente in vigore e anche fare attenzione ai settori non regolamentati.

In altre parole, traducendo quanto avvenuto a Malta, dove un atteggiamento troppo “apertista” ha finito per attirare gli strali dell’UE e controlli a ripetizione sul settore bancario del paese. Si tratterà dunque, almeno nelle parole del vice-ministro chKyriacos Kokkinos, di un draft che sarà reso pubblico a breve e che sarà una sorta di via di mezzo, aggiungendo:

La sfida che abbiamo davanti non riguarda l’allineamento con l’UE, ma il dilemma che riguarda l’attesa del framework regolatorio della banca centrale europea e l’alternativa di andare avanti per la nostra strada, tenendo conto del fatto che eventuali regolamentazioni della BCE potrebbero essere eccessive. La mia idea è di andare per conto nostro, rispettando le regole.

Un atteggiamento che rivendica la libertà di un paese che è stato già più volte ai ferri corti con l’UE e con le sue istituzioni proprio per l’eccessiva (secondo alcuni) liberalità con la quale rilascia licenze agli intermediari finanziari.

Cipro nuovo hub cripto in Europa?

Crediamo di no, nel senso che quanto interessa principalmente le autorità cipriote è di continuare ad essere attrattivi per gli intermediari finanziari, con tasse basse e regole ridotte all’essenziale.

Una formula che potrebbe ovviamente funzionare anche adesso, dato che il Portogallo sembra pronto a fare passi indietro importanti proprio per quanto riguarda la tassazione zero sui capital gain che pur aveva attratto molti trader e investitori nel paese. Anche in Europa, come ci aveva preannunciato l’On. Zanichelli in video, si è innescata una lotta senza quartiere a chi offre le condizioni migliori al mondo cripto. Onorevole che avremo di nuovo in video domenica con noi, alle 18:30, anche per parlare di come si sta muovendo l’UE in termini di regolamentazione.