Lacoste ha preparato una collezione di Non fungible Token dedicata al suo popolare coccodrillo, storico logo della maison e soprannome del suo fondatore René. Il progetto, chiamato UNDW3, prevede il lancio di collezionabili a partire da oggi.

Un’altra grande azienda del fashion si prepara a sfruttare le potenzialità del Web3, per monetizzare con NFT e per stringere ancor di più i rapporti con il suo pubblico anche su realtà basate su chain. La criptovaluta di riferimento sarà Ethereum.

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Anche Lacoste nel mondo dei NFT

René Lacoste è stato un celebre stilista, imprenditore e tennista professionista francese. Fresco vincitore di Wimbledon e French Open nel 1925, il nostro si presenta agli US Open dell’anno successivo indossando una maglia di tipo Polo. Scelta per i tempi di rottura, visto che il dress code imposto ai professionisti prevedeva pantaloni e camicia a maniche lunghe.

La crisi non ferma i brand: NFT a tutta forza

Lo scandalo si tramutò in fortuna per l’azienda di famiglia, che nella maglietta denominata L1212 trovò ben presto il suo prodotto di punta. Nel frattempo, l’eclettico tennista si meritava sul campo il soprannome di coccodrillo. Il resto della storia è facilmente immaginabile.

Torniamo ai nostri giorni e prendiamo quella sigla, L1212, con cui troviamo una non casuale assonanza: a partire da oggi, Lacoste lancerà 11.212 NFT che riprodurranno immagini uniche del famoso coccodrillo per venderle a una cifra che si aggira sui 100 dollari, a seconda delle fluttuazioni di mercato.

Il cambio in fiat dipenderà dalle oscillazioni di Ethereum, criptovaluta scelta per lanciare i collezionabili e che attualmente fa registrare prezzi decisamente bassi, col mercato delle criptovalute in decisa fase bear.

UNDW3 mostra chiaramente le nostre ambizioni in chiave Web3 e la forza del nostro marchio: riunire il nostro pubblico attorno al coccodrillo sfruttando le potenzialità di un universo esperienziale, interattivo e creativo, fedeli all’impronta innovativa e creativa di Lacoste.

Il commento di Catherine Spindler, Chief Brand Officer di Lacoste, sembra non mostrare alcun timore circa la volatilità delle criptovalute e l’andamento incerto che i mercati fanno registrare ormai da tempo. Una scelta coraggiosa? Sicuramente necessaria, visto che ormai praticamente tutti i nomi della moda che contano hanno abbracciato metaverso e criptovalute, o sono in procinto di farlo.

Moda e cripto sempre di più a braccetto

Quella di fashion e criptovalute è una storia che continua a intrecciare rapporti sempre più stretti e coinvolgendo nomi di sempre maggior rilievo. Proprio ieri vi abbiamo raccontato di Kering e della sua svolta cripto, sottolineando proprio l’approccio inclusivo del gruppo nei confronti di tutto ciò che le tecnologie legate alla blockchain hanno da offrire.

Oltre ad offrire la possibilità di pagamento in criptovalute nei suoi negozi fisici, Gucci ha acquistato una $LAND su The Sandbox per entrare in pompa magna nel metaverso, tanto per citare solo uno dei marchi noti in ambito moda.

Per possedere un Non Fungible Token del coccodrillo bisognerà esporsi con 0.08 ETH, l’equivalente o giù di lì, del costo di una Polo originale Lacoste comprata oggi in Italia. Siamo all’anno zero per i discendenti di René in ambito cripto, ma viste le mosse dei competitor non facciamo fatica ad aspettarci futuri sviluppi.