Anche durante il bear market e in un momento di mercato che ha fatto riconsiderare investimenti in progetti più articolati, c’è spazio per dei founding round importanti. Come quello di Astaria, che proporrà a breve sui mercati una piattaforma di lending che ci permetterà di impegnare i nostri NFT.

Una novità assoluta? No, ma il progetto oltre ad avere professionalità importanti al suo interno ha anche attirato le attenzioni di investitori di primo profilo nel settore, per un progetto che dovrebbe partire già il prossimo settembre e sul quale cercheremo di fare chiarezza all’interno di questo nostro approfondimento.

Gli ingredienti per qualcosa di interessante ci sono tutti: NFT da utilizzare come collaterale per ottenere in prestito ETH, per poi avere capitali anche per altri tipi di operazioni. Qualcosa di interessante su più livelli e che potrebbe aggiungere un tassello ai servizi simil-bancari del mondo della finanza decentralizzata.

Bear market? Tempo di costruire anche per Astaria

Il momento sembrerebbe essere il più sbagliato possibile. Perché i NFT hanno subito anch’essi il crollo che ha caratterizzato il mercato durante la scorsa settimana e perché sono ora in molti, tutti con il senno di poi, a condannare certe pratiche di investimenti a leva e di utilizzo di asset cripto per ottenere liquidità da reinvestire, ad libitum.

E invece Astaria pensa di avere tra le mani un sistema interessante, che ha raccolto presso diversi investitori 8 milioni di dollari, che verranno impiegati per allargare il team di 8 sviluppatori attualmente coinvolto nel progetto. Ma procediamo con ordine.

Sì, potrebbe essere un’idea interessante

Quello che Astaria vuole offrire è la possibilità di impegnare i propri NFT per ottenere liquidità immediata in Ethereum, da poter poi portare altrove. Nel caso in cui, come avviene sulle altre piattaforme di lending più classico, il collaterale non fosse più necessario a coprire il prestito, verrebbe liquidato per coprire la posizione.

Qualcosa che, dopo le liquidazioni a cascata per tutto il settore, farà venire i brividi a qualcuno, ma che in realtà è un passaggio più che normale, per un settore al quale (ricordatevi queste parole tra qualche anno) presto interverranno anche le banche.

Il motivo dovrebbe essere di facile comprensione: i NFT possono avere in alcuni casi, pensiamo ai CryptoPunks oppure a Bored Ape Yacht Club, valutazioni molto importanti e non farà piacere a nessuno o quasi avere quantità di capitale così importanti immobilizzate. E per questo un servizio che offra prestiti a fronte di questi collaterali non è solo auspicabile, ma anche dovuto.

Siamo davvero bullish sui NFT e sulla possibilità di portare asset reali nel futuro. Nei prossimi 3-5 anni la nostra speranza è di espanderci oltre i NFT basati sull’arte.

Segnale che per l’appunto la piattaforma non guarda soltanto a progetti “artistici” di successo, ma anche ad altri tipi di asset che possono essere appunto rappresentati dai non fungible token.

Per ora la scelta è ricaduta su Ethereum, anche se…

Il primo degli standard supportati sarà quello di Ethereum, anche se c’è già apertura verso altri tipi di protocolli che hanno già conquistato una quota di mercato importante.

Sappiamo che Ethereum sarà sicuramente qui tra 3-5 anni. Non sappiamo quali altre chain layer 1 lo saranno. Non sappiamo quali layer 2 lo saranno.

Aprendo però alla possibilità di un servizio multichain, anche questo a nostro avviso assolutamente necessario affinché Astaria diventi effettivamente un protocollo utilizzato.

Si espone il mercato ad ulteriori rischi? Forse sì, ma il cuore della DeFi è anche questo, ovvero permettere che ci siano dei protocolli e non delle autorità terze a gestire i mercati. Con il tempo ci faremo l’abitudine e impareremo forse anche a gestire in modo migliore il nostro rischio. Così da evitare quanto è successo soltanto qualche giorno fa.c