Warba Bank entra nel metaverso, ponendosi come testa di ponte per il mondo finanziario islamico. Si tratta del primo istituto di credito legato agli investimenti halal a sondare le possibilità dello spazio virtuale su blockchain.

Partner tecnologici Decentraland e The Sandbox, con la banca che possiede già due $LAND nei rispettivi spazi. Operazione volta a cementare i rapporti con la clientela più giovane, ed ennesima conferma di un’area mediorientale che punta decisa a diventare cripto HUB mondiale, forte di un indotto economico e di una cultura verso le tecnologie on chain senza troppi rivali in giro.

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La finanza islamica sbarca nel metaverse

Fondata nel 2010, Warba Bank rappresenta uno dei principali istituti creditizi del Kuwait. Si tratta di un’area caratterizzata da usanze e tradizioni a volte decisamente lontane da quelle occidentali, anche in ambito finanziario. Nei Paesi islamici ad esempio non vengono applicati interessi sui prestiti, per citare uno degli aspetti più peculiari di questo particolare modo di approcciare il mondo finanziario.

La finanza islamica è l’ultimo settore nel mondo dei metaverse

Una cosa che accomuna questi Paesi all’occidente è l’utilizzo delle nuove tecnologie, e se si parla di criptovalute l’interesse degli exchange verso l’area è notevole. Ne è un chiaro esempio la vicenda di Crypto.com che ha raggiunto di recente Binance e Bybit a Dubai, per poter operare con licenza in un’area estremamente prospera in termini di finanza, centralizzata o meno che sia.

Gli esempi di grandi aziende alle prese con blockchain e derivate ormai non si contano più: tanto per fare un esempio recente, sappiamo del primo ospedale su metaverso che sta nascendo negli Emirati Arabi Uniti.

Azienda diversa, settore differente, ma pacco di soldi simile: con Warba Bank ci troviamo a raccontare della prima banca islamica che entra nel metaverso, con l’obiettivo di attrarre l’interesse di giovanissimi e facoltosi rampolli, locali e non.

Desideriamo essere vicini ai nostri clienti, sia nel mondo fisico che nella realtà virtuale del Metaverso. Useremo i nostri spazi per promuovere i nostri prodotti finanziari ma anche per comunicare con i clienti in modo adeguato ai tempi che corrono. Dobbiamo promuovere la nostra immagine di innovatori in piena epoca digitale.

Queste le dichiarazioni di Anwar Bader Al Ghaith, il cui ruolo in azienda è riportato in maniera più che esaustiva sul sito web ufficiale: Acting Deputy Chief Executive Officer Support Services & Treasury D-CEO.

A traghettare l’istituto nel Metaverso ci penseranno The Sandbox e Decentraland, a loro volta istituzioni del settore e che operano in ambiti analoghi seppur con declinazioni a volta differenti. Il primo è un colosso del crypto gaming, e costantemente presente tra le nostre news data la sua capacità di andare a competere laddove girano soldi in abbondanza.

Decentraland sembra più orientato su progetti in chiave pop, ma di esempi ne potremmo fare tantissimi, fino a legare il suo nome con manifestazioni in difesa della parità di genere che qualche contrasto potrebbero creare, in determinate aree.

Medioriente per le cripto si o no?

Area islamica che si è resa protagonista di atteggiamenti a volte controversi in relazione a DeFi e criptovalute in genere. Proprio il Kuwait, paese in cui ha sede Warba Bank ha espresso perplessità sulle cripto, non ancora riconosciute per le transazioni dalla Banca centrale. Perplessità che farebbero bene a sciogliere in breve tempo, visto il cripto-fervore che interessa l’area ormai da tempo, e di cui abbiamo citato solo qualche esempio nei paragrafi precedenti.

Perplessità che invece si tramutano in attestazione di fiducia massima verso Bitcoin da parte del Fondo Sovrano dell’Oman, che in pieno bear market investe in una società americana che si occupa di mining con recupero parziale dell’energia emessa dal fenomeno del gas flaring, decisamente frequente in una terra ricca di petrolio.