Del governo di Boris Johnson nel Regno Unito tra poco si parlerà al passato, ed è qualcosa che interessa anche i lettori di Criptovaluta.it, che comunque non sono qui per dilettarsi in analisi politiche che sono svolte, talvolta in modo eccellente, altrove.

La questione è rilevante per il mondo cripto perché era stato questo stesso governo, tramite Rishi Sunak (che si è dimesso ieri) a voler spingere per diventare una sorta di hub crypto, con il lancio nelle ultime settimane addirittura di NFT della Corona. Piano che, a meno non ci sia forte continuità con il prossimo governo, sembrerebbe essere definitivamente saltato.

Una buona notizia per il mondo cripto? Probabilmente sì, dato che la normativa auto-dichiaratasi come liberale sul tema, avrebbe comportato delle strette importanti nel paese, seppur di misura minore rispetto a quanto abbiamo visto avvenire in Europa con il MiCA e anche tenendo conto di quanto i più radicali tra gli appassionati di criptovalute e Bitcoin ritengono, ovvero che c’è sempre poco da fidarsi quando ad intervenire sono gli stati in questo spazio.

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Via il governo, via i progetti UK per diventare leader del comparto?

È questa la domanda che dovrebbe attanagliare tutti gli appassionati di criptovalute e di Bitcoin in relazione a quanto sta avvenendo dalle parti di Londra, ovvero con le dimissioni annunciate di Boris Johnson dopo la defezione di tutti i suoi principali ministri. Ministri tra i quali figurava anche Rishi Sunak, che era stato a suo tempo promotore di un piano per rendere il Regno Unito una sorta di hub su scala mondiale per il mondo cripto e anche NFT.

Un’idea che è partita come fondamentalmente confusa e che aveva già sollevato qualche polemica ai tempi, sebbene la maggioranza, noi compresi, ci vedessero una sana competizione tra stati. Programma che tra le altre cose parlava di stablecoin da utilizzare come valuta valida per i pagamenti. Cosa che ovviamente sarebbe stata abbandonata dopo il crack di Terra Luna e diverse indicazioni di FCA nel senso di regolamentare gli operatori del settore.

Sì, meglio così

Una grande confusione, figlia di un modo di legiferare e di creare progetti governativi che è sempre sulla cresta dell’onda emotiva e che si farà, cosa ottima per il settore, da parte. Dato che le leggi, anche quando positive, non dovrebbero nascere in funzione del particolare momento di mercato. Perché poi si rischia di avere atteggiamenti molto positivi durante le bull run e al contrario muoversi in modo molto restrittivo quando stiamo affrontando situazioni più complicate.

Un modo di legiferare reattivo che non ha ragion d’essere e che speriamo, con qualche mese di mercato sotto-traccia, sparirà completamente dai radar.

Ci sono questioni più pressanti dei NFT della Corona: e speriamo che il prossimo governo UK se ne occupi

A partire dalla completa e assoluta incertezza alla quale vengono costretti diversi tra gli operatori di mercato che, in cuor loro, avrebbero anche intenzione di muoversi in questo senso, ovvero di rendersi trasparenti alle autorità. Piaccia o no, è qualcosa che una parte del comparto desidera e per la quale i governi dovrebbero provare ad offrire framework legislativi che vadano oltre la mera pubblicità.

È assurdo vedere operatori internazionali fare la questua paese per paese e rimanere in balia della mutevole forma dei governi, per non dire sotto lo scacco di questo o quel magistrato.

È una situazione che purtroppo si è verificata già in Europa e che non si risolverà se non nel giro di qualche anno, e che speriamo non si ripetano in paesi che con i mercati finanziari hanno ben altra dimestichezza. Come appunto Londra.

Per quanto possibile, gli stati si allontanino dal settore

Durante il bull market cripto e Bitcoin erano diventate una sorta di patentino cool: tutti i politici facevano a gara a mostrarsi aperti verso il settore, salvo poi ritrattare completamente con i primi default importanti del settore.

Non è di questo, e lo diciamo da tempo, che ha bisogno il mondo cripto per prosperare. Serve la riaffermazione di quel francese che oggi sembra una sonora bestemmia per i governi tutti impegnati a controllare anche il più piccolo movimento di denaro o di valore: laisser faire, laisser passer.