Ancora una sorta di contrappasso dantesco e ancora il segnale del fatto che basta un evento, anche se importante, della propria vita per cambiare idea sul mondo. O forse è banale sete di denaro per uno specialista che si trova a fronteggiare una situazione decisamente complicata.

Parliamo di nuovo di Peter Schiff, arci-nemico storico di Bitcoin che si è detto su Twitter disponibile a vendere la propria banca, ammesso che il regolatore glielo permetta, anche in Bitcoin. Proprio quello sporco Bitcoin che ha sempre ritenuto essere un asset fuffa e privo di qualunque tipo di valore intrinseco.

Una situazione che la dice lunga anche sulla capacità di Bitcoin di sopravvivere ai suoi nemici più importanti. E possiamo investire su questa sua capacità sul lungo periodo anche con la Piattaforma Sicura Capital.comvai qui per ottenere un conto virtuale gratuito e con il top degli strumenti per il trading – che offre capitale virtuale illimitato e anche la possibilità di investire su 476+ cripto asset alternativi, il meglio che questo mercato ha da offrire.

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Schiff venderebbe la sua banca anche per Bitcoin

Un uomo alla berlina: sarebbe questo il titolo di un film che racconti quanto sta avvenendo a Peter Schiff, principalmente su Twitter, negli ultimi giorni. Dell’antefatto abbiamo già parlato: la sua banca a Porto Rico, per problemi importanti con il regolatore, è di fatto impossibilitata nel portare avanti il proprio lavoro, con i fondi dei clienti che sono fortemente a rischio. Una situazione che non solo espone in modo concreto Schiff in termini finanziari, ma che è una sorta di punizione a mo’ di contrappasso per qualcuno che non aveva mai visto l’utilità di Bitcoin.

Il contrappasso ha funzionato?

Utilità che si palesa con tutta la sua forza proprio in questa circostanza, ovvero con un intervento pesante e, a detta di Schiff, poco trasparente e molto punitivo, proprio di quelle terze parti che Bitcoin prova a rendere inefficaci e inutili.

Ora arriva la seconda parte di questa curiosa traiettoria nella quale Schiff ha dovuto imparare nel modo più duro possibile l’utilità di Bitcoin anche per chi muove capitali importanti.

Sì, venderei la banca per qualunque tipo di utilità se i regolatori me lo permettessero. Il mio obiettivo principale è proteggere i clienti.

Cosa se vogliamo piuttosto curiosa, dato che appunto Peter Schiff aveva sempre rifiutato di accettare Bitcoin come qualcosa con un valore intrinseco effettivamente esistente. Cosa che però torna prepotentemente ad affermare la verità come sempre fa Bitcoin, ovvero nei momenti di maggiore crisi.

È il momento di ripensare in modo radicale il banking

Sì, è il momento giusto anche per iniziare a ragionare del funzionamento effettivo del banking e del ruolo punitivo del regolatore, che con un colpo di penna può facilmente cancellare dalla faccia della Terra banche, magari piccole, che non hanno problemi.

L’esistenza stessa di un regolatore di questo tipo, che ha ampia discrezionalità sull’applicazione delle sue stesse regole dovrebbe imporre nei paesi liberi una discussione approfondita sul da farsi anche in futuro. Una discussione che non può prescindere anche da quanto accaduto a Peter Schiff, che per quanto nemico feroce di Bitcoin rimane una vittima dello stesso sistema che ha sempre difeso.