Scattano le indagini. Dopo il caso del Vermont su Celsius, del quale abbiamo parlato poco fa, arrivano altre notizie dalla California nello stesso senso. Il Dipartimento di Stato che si occupa delle realtà finanziarie nel paese sta muovendosi infatti con indagini specifiche su diverse società di cripto lending.

Vorrebbe vederci chiaro, per intenderci, su quanto sta avvenendo nel settore. Un settore falcidiato da fallimenti a catena, prestiti incrociati, leve fuori dal comune e insolvenze. Mosse tese ad arginare il contagio, cercando di estrarre, sebbene con un po’ di ritardo, le mele marce che potrebbero far affondare anche società relativamente stabili.

Una buona notizia per il comparto, che riuscirà così a liberarsi delle mele marce, nel caso in cui tali indagini dovessero essere incisive. Possiamo provare a muoverci, nonostante la situazione molto incerta, anche con la piattaforma sicura eTorovai qui per ottenere un conto virtuale con STRUMENTI PREMIUM per l’investimento – intermediario che ci offre 75+ cripto a listino scelte tra quelle più interessanti anche in prospettiva futura.

Abbiamo il CopyTrader, che permette di investire copiando dai migliori trader della piattaforma in un solo click (e se vorremo potremo anche spiare come si stanno muovendo), così come potremo investire all’interno di panieri cripto in stile ETF, con gli smart Portfolios. Con 50$ possiamo passare ad un conto reale.

California su tutte le furie: vuole vederci chiaro

Sfacelo totale del settore dei cripto lenders, dentro al quale vuole guardare anche la California, dopo che poche ore fa il Vermont ha lanciato il suo stop a Celsius. Regolatori statali letteralmente su tutte le furie, che ora vogliono spulciare anche all’interno dei bilanci di quelle aziende che non sembrerebbero essere coinvolte.

Si parte in California, nella speranza che non sia troppo tardi

BLockFi, Voyager ma probabilmente anche Celsius, dato che l’azione riguarderebbe tutte le aziende del settore che hanno bloccato o limitato la possibilità dei clienti di prelevare i fondi che avevano conferito.

E per l’occasione attiva anche un sito internet per raccogliere lamentele e denunce, così da orientare le denunce anche verso aziende che forse, per il momento, non sono ancora sotto il radar delle autorità. Cosa aspettarsi da questo tipo di azione? Difficile dirlo per adesso, ma quello che ci aspettiamo è che venga fatto di tutto per liquidare il possibile e restituire fondi agli utenti, che magari possono essere tacciati di scarsa astuzia quando hanno deciso di conferire i propri denari a queste piattaforme, ma che sicuramente non meritano di essere derubati.

A caccia della mela marcia

Difficile dire per il momento chi nasconda all’interno dei propri bilanci buchi da far tremare anche le grandi banche. Secondo molti il peggio è passato, ed è per questo che le authority avrebbero deciso di muoversi con tanta solerzia. Rimane il fatto che prima, con le buone o meno, verrà risolta questa situazione, prima potremo tornare alla normalità per Bitcoin e per il resto del comparto.

No, non tifiamo regolamentazione, ma soltanto affinché venga restituito il maltolto agli utenti. Nella speranza che questi si siano resi conto del fatto che sarebbe più sicuro gestire per conto proprio eventuali rendimenti con qualche protocollo DeFi solido e non tramite attività che attirano il grosso dei propri clienti con rendimenti insostenibili.