Con i mercati che sembrano essere tornati alla normalità, è il momento di valutare il particolare momento economico per Bitcoin e per il resto del comparto, anche alla luce di quanto emerso ieri negli USA con i dati, preoccupanti, sull’inflazione.

Dopo un rapido calo che lo aveva portato sotto i 19.000$, Bitcoin ha ampiamente recuperato, attestandosi intorno ai 20.000$, lasciando nello stupore tutti coloro i quali non hanno ben chiara la situazione macro e dei mercati di questo particolarissimo periodo.

È un buon momento? Evidentemente no, ma la tenuta di Bitcoin su questi livelli di prezzo è incoraggiante e potremo investirci, tenendo conto dei rischi associati a questo particolare momento di mercato, con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con 100.000$ di capitale di prova – intermediario che ci offre accesso non soltanto a Bitcoin, ma anche a 75+ cripto asset scelti tra quelli di migliore prospettiva.

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Inflazione al 9,1%, panico e poi.. meno panico

Il dato di ieri sull’inflazione non è incoraggiante. Le strette precedenti di Fed in termini di rialzo di tassi di interesse non hanno (ancora?) sortito gli effetti sperati. I prezzi non accennano a diminuire, con il paniere che paga prezzi energetici particolarmente alti anche negli USA e con il resto che, di conseguenza, aumenta seppur in misura minore.

Una situazione inflativa decisamente sui generis, che ha portato diversi analisti a ritenere dei rialzi di tassi repentini una soluzione soltanto parziale, in un contesto economico di cui abbiamo parlato ieri che è forse la prima volta che si presenta su scala mondiale in queste proporzioni e con queste modalità.

La situazione è grave, non sembrerebbe essere affrontata con particolare serietà e continua ad agitare tutti i mercati di rischio. Niente di nuovo, verrebbe da dire, sotto il fronte occidentale. Un fronte occidentale che tra le altre cose ha dei mostri da combattere nei prossimi mesi che fanno paura anche alle economie più solide. Un contesto che dovremo provare a capire se vorremo effettivamente comprendere come potrebbe muoversi Bitcoin e di conseguenza il resto del settore.

L’incertezza permane: dato inflazione ancora al di sopra delle aspettative

Il dollaro forte preoccupa

Uno dei dati più emblematici della crisi economica su scala mondiale è il rafforzamento del dollaro, arrivato ormai alla parità con l’euro. Movimento spinto anche da una politica di Fed decisamente più aggressiva sui tassi rispeotto a BCE, che come abbiamo già detto in altri approfondimenti, ha mani decisamente più legate sulla questione.

Una situazione che qualcuno ritiene una manna dal cielo, dati anche i pessimi dati per quanto riguarda le bilance commerciali in Europa. Per la prima volta da diversi anni il surplus tedesco è sceso sotto lo zero e, a nostro avviso sbagliando, in molti vedono in questa sorta di svalutazione competitiva una via d’uscita per la crisi europea.

Prima di brindare su questa analisi a nostro avviso barcollante, c’è da dire che il grosso del peggioramento della bilancia commerciale tedesca (che poi è la più importante per l’Unione Europea) è relativo al prezzo delle materie prime, in particolare quelle energetiche. L’industria tedesca ha fatto per anni affidamento su gas e su idrocarburi a basso costo, situazione che ora non esiste più e che difficilmente tornerà a ripresentarsi a breve.

Questo potrebbe essere l’innesco di una recessione vera (e non solo tecnica), per un continente che è a questo punto il grande malato del pianeta e che non ha granché di cui stare tranquillo, data anche la ferocia con il quale si stanno cercando di applicare piani di transizione green che avranno dei costi enormi per le imprese.

Il dollaro forte preoccupa anche la tenuta di diversi debiti sovrani, alcuni dei quali prezzati in dollari per le economie emergenti, che sommando alla crisi produttiva quella del debito, potrebbero presto trovarsi a navigare in cattive acque. Una nota positiva? Washington si è detta ricettiva di questa particolare situazione, rassicurando almeno parzialmente i mercati.

Criptovalute in crisi: l’unica alternativa è Bitcoin?

Il mondo cripto è in fortissima crisi e si trova sul fondo di una parabola discendente di enormi proporzioni, parabola discendente che cerca disperatamente un bottom, insieme ai titoli growth e dunque di rischio, come le azioni tech.

Il bottom potrebbe essere già arrivato, in particolare se il potenziale effetto contagio è stato già neutralizzato. Valutazioni che potranno essere fatte con maggiore dovizia di particolari soltanto più avanti, quando si sarà placata anche la situazione innescata da 3AC, la quale è da qualche giorno oggetto di analisi e di giudizio presso diverse corti, in diversi luoghi del mondo.

Bisogna scegliere, ora come non mai, soltanto progetti solidi

Il momento rimane di alto rischio: pacchia per chi fa trading, incerto per chi guarda al lungo periodo, sebbene i prezzi che ora circolano sul mercato siano piuttosto invitanti, almeno per i progetti solidi, percepirà un certo grado di incertezza. Poco male: se l’orizzonte è sufficientemente lungo l’unica cernita da fare è quella tra progetti che saranno ancora qui tra 3 anni e quelli che invece soccomberanno sotto la scure della crisi.

Sul nostro sito, Criptovaluta.it, stiamo affrontando ormai da tempo questo tipo di analisi. Oltre a Bitcoin, i progetti che stanno costruendo di più anche in termini commerciali sono quelli ai quali guardare con la maggiore attenzione. Su tutti? Negli ultimi giorni abbiamo parlato spesso di The Sandbox e di Polygon: senza che questo sia un consiglio finanziario, è da qui che devono partire tutte le valutazioni del caso.

Così come sarà interessante vedere la performance di token legati ai grandi exchange. Da $CRO a $BNB, tenendo conto della forza intrinseca di queste attività. Sempre con la massima attenzione verso i rischi e tenendo sempre bene a mente il particolare momento anche a livello macro, che può ancora riservare qualche colpo di coda.