Il Club Atlético Banfield ha venduto Giuliano Galoppo al São Paulo Futebol Clube, con il centrocampista che lascerà la provincia di Buenos Aires per andare a giocare in Brasile. Il club argentino avrebbe incassato 8 milioni di $USDC (dato da confermare) come controvalore per il calciatore, aggirando così i problemi al cambio che attanagliano ormai da tempo il Paese.

Di diversa opinione le autorità finanziarie locali, costrette a difendere una porta dalle maglie troppo ampie per contenere le punte in forza al club delle criptovalute.

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Transfer in stablecoin: il calciomercato parla cripto

Il primo cartellino argentino venduto in criptovalute porta il nome di Giuliano Galoppo, classe 1999 e centrocampista del São Paulo Futebol Clube, squadra meglio conosciuta come San Paolo. Il calciatore era nella rosa del Club Atlético Banfield, che l’ha ceduto al Tricolor paulista in cambio di 8 milioni di $USDC, stablecoin legata al dollaro statunitense.

Calcio e cripto: è sempre più amore senza fine

Il controvalore, non confermato dalle società, fa riferimento a una stima della quale si sono prese carico autorevoli testate giornalistiche locali. Del valore in senso assoluto ci interessa poco, con la notizia in sé che invece pone di nuovo l’attenzione sulla situazione politica di un Paese che sempre più vede nelle criptovalute una boccata d’ossigeno per la sua malandata economia.

I club argentini così come qualsiasi altra azienda locale soffrono di una certa difficoltà nell’accedere al mercato dei cambi ufficiale, e vendere i giocatori all’estero diventa sempre più complicato. L’operazione Galoppo, finalizzata sulla piattaforma Bitso che seguiamo per altre vicende da tempo, rappresenta un deciso punto di svolta.

Una svolta per la storia del San Paolo, col club che si ritrova per la prima volta a comprare un giocatore sfruttando la blockchain, e una svolta anche per la società argentina, che in questo modo garantirebbe maggior sicurezza alla cifra appena incassata, viste le condizioni in cui versa il Paese.

Sud America sempre più cripto, anche se…

Una svolta che però non trova d’accordo la Banca Centrale della Repubblica Argentina, secondo la quale l’operazione non sarebbe esente dai controlli di prassi sui cambi. Per BCRA la compravendita andrebbe inquadrata come esportazione, col Club Atlético Banfield che sarebbe obbligato a convertire la Stable Coin in pesos argentini.

Alla società inoltre sarebbe precluso l’accesso al Single Free Exchange Market per un periodo di 90 giorni, come sanzione per aver operato in criptovalute. Per l’autorità finanziaria centrale infine, l’intera l’operazione sarebbe da intendersi come mera mossa pubblicitaria da parte di Bitso e della borsa messicana.

Una bomba dietro l’altra, che ci ricorda come il Messico denoti un atteggiamento differente in fatto di Bitcoin in particolare, e criptovalute in generale. Della febbre da criptovalute in quell’area ne parliamo da tempo, così come della disastrosa situazione economica che affligge Argentina e Sud America più in generale.

Argentina che, per tornare a parlare di calcio, ha già accolto a braccia aperte Binance per un accordo che vede impegnate la Nazionale locale e l’exchange col più alto volume di transazioni in circolazione.

Lo stesso Paese che oggi quasi schernisce l’affare Galoppo, relegandolo a mera azione pubblicitaria e affibbiando al club le sanzioni del caso. Un atteggiamento controverso, perché l’economia locale, così come il calcio internazionale, ha ora più che mai bisogno delle criptovalute. Autogol di BCRA?