Alla fine, come prevedibile, non si è trattato di un hack della rete di Solana e del suo protocollo, ma un banale ma costosissimo errore che ha riguardato uno dei wallet più utilizzati per interazione e custodia con $SOL, ovvero Slope.

La questione è stata ormai chiarita tanto da Solana, quanto invece da Slope stessa, con le preoccupazionio per un hack che in realtà non è mai esistito, almeno a danno del network stesso. E con qualcuno che, come spesso accade, dovrà correre a cancellare articoli, tweet e post sui social.

Solana dunque è ancora tra noi, nonostante di problemi tecnici ne abbia avuti nel corso della storia per conto suo, ma mai su questi livelli. E potremo trovare $SOL anche su Capital.comvai qui per ottenere un conto virtuale gratuito e con CAPITALE VIRTUALE SENZA LIMITI – intermediario che ci permette di investire al top del mercato con 476+ cripto asset a listino.

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Non è stato un hack del network di Solana, ma problema di Slope

In molti, non senza una certa voglia di rivalsa, hanno fatto circolare l’idea che dietro il problema milionario che ha colpito alcuni detentori di Solana ci fosse appunto un bug direttamente sul network o sul protocollo di questa criptovaluta. Notizia fatta circolare, spiace sottolinearlo, artatamente sempre in virtù di quelle guerre tribali che spesso condannano questo spazio ad essere più luogo di sfogo per ego frustrati che serio e pacifico spazio di discussione. Cosa di cui avevamo già parlato ieri e che forse merita un ulteriore approfondimento oggi.

L’hack non ha colpito il network di Solana

Polemiche su polemiche, che dovrebbero però oggi essere rientrate dopo che è stata fatta, per quanto possibile, chiarezza sulla vicenda. Vicenda sulla quale ovviamente non potevano che intervenire tanto i vertici di Solana quanto invece i vertici di Slope, che è il wallet che è stato principalmente coinvolto in questa problematica.

A rendere più chiara la situazione c’è stato anche un comunicato ufficiale di Slope che ha indicato sia la responsabilità del proprio software, ribadendo però al tempo stesso che sono ancora in corso delle indagini per capire nel dettaglio cosa sia successo. Cosa sicuramente non entusiasmante e anzi ulteriore invito a proteggere i propri token con strumenti più solidi, ma comunque un’assunzione di responsabilità su quanto è successo. Che non riguarda Solana in quanto tale.

Sarebbe, per capirci, come dare colpa all’Autogrill se qualcuno ha sottratto la nostra auto, che si è accesa e aperta senza colpo ferire. Una questione, lo ripetiamo ancora una volta con enorme rammarico, che non ha contribuito a restituire un’immagine edificante della community. Se le criptovalute hanno ancora tanta strada da fare per la loro maturità, l’abbiamo anche noi che le compriamo, vendiamo e soprattutto discutiamo online.

Solana può sicuramente non piacere, ma non è…

Un sistema che è stato bucato. Ci sono tanti motivi, alcuni dei quali anche ragionevoli se presi da un certo angolo, per non farsi piacere Solana. Si può considerare tutto quello che non sia Bitcoin non sufficientemente decentralizzato e utile. Si può pensare che altri network come Ethereum o Cardano possano fare di meglio. Si può avere anche antipatia per il coinvolgimento di Alameda e FTX.

Quello che non si dovrebbe però fare, almeno ad avviso di chi vi scrive, è contestare ai progetti quanto esiste e non quanto è frutto delle solite elucubrazioni fatte prima di prendere il caffè, o comunque prima che la situazione sia chiara. E questo dovrebbe valere il doppio per chi, guardiamo anche alla platea USA, ha in realtà grande seguito nonostante non sia nuovo a certe uscite, anche nei confronti di Tether e USDC.