Il crollo del settore Bitcoin e cripto al quale abbiamo assistito nelle ultime 24 ore ha riportato in auge discorsi, analisi e battibecchi che riguardano l’inflazione, no dei dati macro più discussi degli ultimi mesi. In molti faticano a cogliere la correlazione, ritenendo che il mondo $BTC e cripto gli sia stato presentato come un’alternativa alla finanza classica.

Il che è vero, ma non protegge in alcun modo Bitcoin e il resto del mercato da quelle oscillazioni di mercato dovute alle cosiddette condizioni macro. Una situazione riguardo la quale è forse più che necessario fare un po’ di chiarezza, anche per muoversi con maggiore intelligenza all’interno dei mercati nei prossimi mesi. Mesi che saranno ancora caratterizzati da un’attenzione spasmodica dei mercati per quanto riguarda l’inflazione (e tutto quello che ne consegue).

Il dip raggiunto nelle ultime ore è per molti una buona occasione per valutare le proprie posizioni e modificarle. Possiamo farlo con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli STRUMENTI PER IL TRADING – intermediario che oltre a Bitcoin offre anche la possibilità di investire su 75+ cripto asset scelti tra i migliori presenti sul mercato.

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Inflazione: perché è così importante per Bitcoin e cripto

Bitcoin asset contro l’inflazione? Per ora non si è comportato così e questo è un dato fattuale con il quale anche i più fantasiosi tra gli analisti dovranno necessariamente confrontarsi. Bitcoin, così come il resto del mondo cripto, si comporta o meglio viene trattato ancora come asset ad alto rischio, similmente a quanto si fa con le azioni growth, ovvero quelle con il più alto tasso potenziale di crescita e il più alto tasso potenziale di rischio. Partendo da questo assunto – e soltanto da questo – si possono fare delle considerazioni intelligenti sul rapporto oggi tra inflazione e Bitcoin.

  • Le banche centrali hanno come obiettivo quello di massimizzare l’occupazione e mantenere l’inflazione intorno al 2%

Questo è il primo fatto da mandare a memoria prima e cercare di capire poi. Parliamo principalmente di Fed, che ha un doppio mandato di ricerca della massima occupazione durante il ciclo economico e di inflazione intorno al 2%. Doppio mandato spesso in conflitto, in particolare quando si ha un’inflazione molto alta come negli ultimi tempi, perché le misure (che vedremo) per contenere l’inflazione hanno spesso effetti negativi sul tasso di occupazione, dato che riducono il livello di attività economica. Almeno sulla carta ECB o BCE che dir si voglia, sarebbe maggiormente orientata verso il mantenimento della stabilità dei prezzi – e ancora una volta verso il numero magico del 2% di inflazione come ideale.

E come tale andrebbe trattato, se vogliamo capirne i movimenti
  • Le banche centrali hanno (quasi) enormi poteri sul livello dei prezzi

Questo perché hanno in mano le politiche monetarie di un’intera economia, che possono modificare andando a toccare il tasso di interesse di base, che è poi quello che stanno facendo ormai da qualche mese a questa parte, in particolare negli USA. Tassi più alti vogliono dire minore attività economica e riduzione dei prezzi, o meglio, riduzione dell’inflazione. Tenendo insieme queste due facce della luna possiamo facilmente comprendere perché i mercati, non solo quelli cripto ma tutti quelli di rischio, stanno effettivamente reagendo male alle strette in questo senso. Tassi più alti vogliono dire minore appetito per il rischio dei mercati. E quando questo appetito si riduce, si chiudono posizioni e i prezzi scendono.

  • L’inflazione non è un fatto nuovo, perché i mercati reagiscono così violentemente?

Semplicemente perché i mercati si muovono sulle aspettative e non soltanto sui dati reali. O meglio, si muovono prima adeguando le aspettative come se fossero dato compiuto, e quando poi arriva il dato compiuto rimodificano, a seconda della distanza dalle aspettative, il loro atteggiamento. Anche se ad agosto storicamente non ci sono mosse ufficiali annunciate dalla Federal Reserve, il dispaccio su quanto si era stabilito in luglio ha contribuito a peggiorare le aspettative dei mercati sul breve periodo. Cosa che ha impattato, come è evidente dai grafici, anche su Bitcoin e criptovalute.

Cosa aspettarsi in termini di fondamentali e perché i movimenti di breve lasciano il tempo che trovano

Uno dei più grandi errori che si possono fare è quello di mescolare le considerazioni di breve periodo con quelle di lungo. Sul breve continueremo ad avere, con ogni probabilità, sia movimenti rialzisti che ribassisti di una certa veemenza, che potrebbero ignorare anche supporti e resistenze che ci appaiono come evidenti.

Sul medio e lungo periodo continuiamo a ritenere che i mercati abbiano scontato in larga parte quanto andrà a verificarsi e che da qui in avanti le cose non potranno andare che a migliorare, a patto che non si verifichino altri imprevedibili shock esogeni, ovvero che arrivano tecnicamente dal di fuori dei mercati.

La situazione continua ad essere complicata come abbiamo raccontato già ieri e l’arrivo del weekend, con la sua imprevidibilità, rende ancora più difficile tracciare un possibile recupero o un ulteriore calo. Chi ha un’ottica di lungo periodo può, con ogni probabilità, ignorare il tutto senza colpo ferire. Chi fa trading invece, a patto che sia dotato degli strumenti giusti per muoversi, potrebbe anche avvantaggiarsi di questa situazione.

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