La novantaduesima edizione della Giornata Nazionale Saudita verrà celebrata in Decentraland. L’iniziativa è stata voluta da The Bold Group, colosso locale che opera nei settori strategici di marketing, pubblicità e comunicazione.

L’evento è stato concepito per fornire una cassa di risonanza internazionale alla storia e alla cultura dell’Arabia Saudita, Paese che coglie l’occasione anche per mostrare i muscoli digitali ai vicini Emirati, in uno scenario competitivo su chain sempre più serrato. Gli investimenti in metaverse si moltiplicano per quantità e volumi: a trarne profitto sarà $MANA?

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Arabia Saudita: festa grande su Decentraland

Una celebrazione nel metaverse per mostrare a tutto il mondo la grandezza del Paese, della sua cultura e della sua gloriosa storia. Ma anche (ndr) per mostrare ai vicini Emirati che in quanto a investimenti nelle nuove tecnologie, l’Arabia Saudita non è seconda a nessuno.

O perlomeno, non rimane a guardare inerme lo sviluppo di Dubai Metaverse Strategy, faraonico piano di espansione on chain fortemente voluto da Hamdan bin Mohammed per il suo Emirato. Torneremo sulla vicenda tra qualche riga.

La prima di una lunga serie?

Concentriamoci adesso su quanto sta accadendo in Arabia Saudita: una corporation locale ha spinto per portare nel metaverse la festa nazionale locale. Si tratta di The Bold Group, soggetto con posizione dominante in ambito comunicazione e marketing. Come partner culturale figura King Abdulaziz Foundation for Research and Archives, ente che gestisce e preserva documenti, testi e archivi che sin dall’epoca del re Abdulaziz costituiscono il patrimonio culturale e sociale della nazione.

Per dare un’idea su quanto la ricorrenza sia sentita in patria, basti pensare che qui si fa risalire la nascita dell’Islam. Chiamata anche terra delle sacre moschee, quest’anno l’Arabia Saudita festeggerà su blockchain il novantaduesimo anniversario della sua fondazione.

L’obiettivo dichiarato è quello di rendere storia e cultura saudite accessibili al mondo connesso, e insieme educare i giovani al rispetto di istituzioni e storia locali, facendo leva sulla grande eredità che il regno porta in dote.

Più Arabia anche nel mondo digital della blockchain

Due obiettivi dichiarati: celebrare il regno ed educare i giovani. In effetti il Paese vanta una popolazione tra le più giovani in assoluto: quale platea migliore per accogliere i fiorenti piani di sviluppo tecnologico, che trovano nella blockchain il naturale punto d’espressione?

L’Arabia Saudita ha da poco operato un sostanziale cambio di rotta, aprendo a Bitcoin e criptovalute dopo aver predicato -e ufficialmente praticato- l’astensionismo tatale verso il comparto, o giù di lì. I tempi stanno cambiando, e anche in fretta: il vento del deserto è foriero di novità da cogliere al volo, soprattutto se soffia da Est.

Per essere precisi, dagli Emirati Arabi Uniti, e qui ci riallacciamo all’incipit come promesso qualche riga sopra. I sauditi, dicevamo, non hanno intenzione di stare a guardare la corsa sfrenata dai paesi UAE e di Dubai in particolare, che agli annunci di Dubai Metaverse Strategy ha fatto seguire i fatti proprio di recente.

L’Emirato ha scelto Animoca Brands per realizzare Dubaiverse, atto primo di una saga che porterà nel Paese circa 40.000 posti di lavoro e qualche miliardo di rientro entro il 2030, secondo le stime più accreditate. Sarà The Sandbox a farsi carico di oneri e onori del caso, che dovrebbero tradursi in fatturato e capitalizzazione del token nativo.

Ed ecco che spunta fuori il terzo obiettivo, non dichiarato, dell’Arabia Saudita. Rispondere al fuoco schierando Decentraland per una competizione che abbraccia tutti i fronti: culturale, sociale, economico e di immagine. Con i confinanti a contendersi il ruolo di crypto hub per il Medio Oriente.

E chissà se tra i due litiganti, $MANA avrà modo di gioire?