Christie’s apre ufficialmente un mercato d’arte in formato NFT con una collezione dedicata all’artista digitale Diana Sinclair. Le aste on chain saranno d’ora in poi una realtà stabile all’interno della casa fondata nel 1766 da James Christie.

Christie’s 3.0 sarà un ecosistema dedicato a pezzi unici la cui compravendita passerà interamente per la blockchain di Ethereum: dalla transazione economica al sistema di gestione delle tasse, dalla certificazione di conformità agli strumenti integrati antiriciclaggio. Una svolta importante per la casa d’aste tra le più importanti al mondo, che si affida totalmente alle criptovalute dopo i primi felici esperimenti risalenti ormai a più di un anno fa.

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Christie’s apre il suo marketplace

Le incursioni nel Web3 da parte di Christie’s non sono affatto una novità: la casa d’aste londinese ha iniziato a sondare le potenzialità del comparto già nel marzo del 2021, quando aveva aperto al pagamento in criptovalute per una collezione di fotografie a firma Mike Winklemann, in arte Beeple, in formato NFT.

Christie’s sbarca nel mondo delle aste

Partenza col botto per Everydays: The First 5000 days, con il martelletto a sancire la cifra record di quasi 70 milioni di dollari. Al di là del risultato postumo, in qualche modo prevedibile dato il blasone dei battitori più famosi al mondo, la notizia era finita tra le nostre pagine perché rappresentava un precedente illustre.

Non si è trattato del primo contatto in assoluto tra criptovalute mondo dell’arte, ma il nome di Christie’s ha sancito idealmente un percorso che si è protratto nel tempo, e che ha visto illustri concorrenti battere la stessa strada, attratti da quanto di buono il comparto ha da offrire al loro settore.

Se vogliamo la prima di Christie’s ha avuto anche il merito di rompere un tabù su cui nessuno si era prima palesemente espresso, o perlomeno ha aiutato far capire al grande pubblico che Bitcoin e criptovalute non sono necessariamente strumenti del demonio, così come vorrebbero parte della stampa generalista e dell’opinione pubblica.

Un precedente importante per la casa d’aste, che nel corso del tempo è tornata in più occasioni sul pezzo dimostrando sempre maggior interesse verso il comparto, arrivando di recente a istituire un fondo dedicato ad aziende che operano nell’arte favorendo l’adozione di metaverse e altre tecnologie mutuate dal Web3.

Christie’s sceglie Ethereum

Una premessa doverosa per inquadrare meglio la notizia di oggi, alla luce dello scenario che la casa d’aste ha saputo plasmare intorno a sé. Un percorso per tappe che ha preparato il terreno per Christie’s 3.0, il primo mercato NFT interamente gestito sulla blockchain di Ethereum e curato dall’omonima società londinese.

La protagonista della prima asta sarà Diana Sinclair, giovanissima artista digitale che può già vantare una solida reputazione, e le cui opere sono a quanto pare molto quotate. Opere che passeranno interamente per la blockchain $ETH, a cui Christie’s affiderà gestione di conformità, transazioni, NFT, strumenti antiriciclaggio e gestione delle tasse del caso.

Un’opera omnia, una prima in assoluto che sancisce l’istituzionalizzazione delle risorse digitali all’interno di un mercato regolamentato, con i NFT certificati come opere d’arte e che offre agli artisti vantaggi di grande spessore, riassumento il pensiero di Eric Diep, fondatore di Mainfold. La società in questione è il partner tecnologico che Christie’s ha voluto per gestire gli aspetti tecnici dell’operazione, insieme a Chainanalysis e Spatial.