Il mondo delle criptovalute è arrivato ovunque, anche ai piani alti del capitalismo (statale e non) europeo e mondiale. È il caso di Exaion, controllata di EDF che gestisce, secondo quanto diffuso da riviste specializzate, almeno 150 nodi Ethereum, per un totale di 300 nel mondo del Web3, con delle aperture anche ad Avalanche, Polkadot, Cosmos e Tezos.

E chi sarebbe questa EDF? Semplice: parliamo dell’ENEL francese, con i cugini d’Oltralpe che a quanto pare stanno mettendo le mani sul mondo cripto anche in termini pubblici, cosa che era già emersa dall’impegno di Macron durante il semestre di presidenza europea dei francesi.

Exaion: quando i nodi Ethereum si fanno “pubblici”

La storia che raccontiamo oggi è quella di Exaion, controllata da parte di EDFÉlectricité de France S.A. – società che la prima per produzione e distribuzione di energia appunto in Francia. Società che era stata fatta partire, Exaion, in sordina nel 2020, consci delle difficoltà anche di comprensione che un’operazione del genere avrebbe significato presso il grande pubblico.

150 nodi Ethereum e 300 in totale

Andiamo rapidamente avanti e a 2 anni dalla fondazione abbiamo un gruppo che fa girare 150 nodi per Ethereum, dei quali 140 per conto di clienti terzi. E non solo, perché il monte tra nodi e validatori sotto il controllo di Exaion sono in realtà più di 300, con gli altri che si concentrano su Avalanche, ma anche Cosmos e altri progetti nell’orbita del Web3.

La notizia non sarebbe un granché, se non fosse che i soggetti coinvolti sono di primissimo piano anche all’interno del capitalismo statal(ista) francese, che per certi versi assomiglia a quello italiano, con partecipazioni importanti della Repubblica in tutti o quasi i gangli dell’economia. Ed è proprio il caso di EDF, dove lo stato ha una partecipazione dell’80% e dunque la quota di controllo totale.

In secondo luogo a stupire è il fatto che una società elettrica europea di vecchio stampo abbia deciso di avviare, ma ormai sono passati due anni, un’attività del genere, fiutando già in quelli che erano tempi assolutamente non sospetti la possibilità di un affare.

In terzo luogo stupirà anche l’approccio di Exaion che è teso tutto alla sostenibilità ambientale e al rispetto dei criteri ESG, per creare dunque un hub fisico per il mondo cripto che non lasci adito a polemiche in tal senso. Un approccio che, almeno a leggere il materiale ufficiale del gruppo si basa su diversi cardini:

  • Sicurezza: ovvero per rendere i dati che circolano su blockchain e anche per permettere che una parte di quei dati sia tecnicamente in Francia.
  • Sovranità: Exaion rivendica il fatto di essere una società di diritto francese e che tiene i dati sul territorio nazionale.
  • Responsabilità ecologica: oltre all’impegno per utilizzo di energia proveniente da rinnovabili, anche il riutilizzo dei supercomputer dismessi dai centri di ricerca.
  • Decentralizzazione: anche in termini fisici, per permettere agli utenti francesi ed europei di accedere a dati in loro prossimità.

Il tutto avrà trovato anche una buona sponda con il passaggio di Ethereum alla Proof of Stake, questione che è stata pubblicizzata come (ed effettivamente è) un grande guadagno in termini di sostenibilità.

Quando in Italia?

Difficile a dirsi. Italia e Francia sono forse i paesi più simili al mondo per quanto riguarda la strutturazione dell’economia pubblico-privata, ma è difficile oggi immaginare dalla nostra parte delle Alpi una società sotto il controllo pubblico che sia in grado di offrire questo tipo di servizi.

Servizi che non sono solo a favore di Ethereum e degli altri protocolli supportati, ma anche del complesso di aziende francesi che possono trovare in Exaion un gestore per nodi e per altri tipi di necessità nel mondo blockchain e cripto.

Staremo a vedere se l’Italia raccoglierà la sfida, nonostante il nostro Paese sembri essere affaccendato in questioni che sono più pressanti, con l’innovazione che anche a questo giro potrà e dovrà… aspettare.