Nvidia, con gli ultimi driver GeForce tanto per Windows quanto per Linux avrebbe rimorsso le limitazioni sulle schede video della serie LHR, ovvero appunto quelle che avevano un blocco software che ne riduceva in modo concreto l’hashrate. Una mossa che ai tempi (in realtà poco fa) fu implementata per offrire ai videogiocatori schede a più basso costo e senza la competizione dei miner.

Una decisione che potrà interessare chi sta valutando l’opportunità di fare mining su progetti minori, con un tempismo da parte di NVIDIA dettato chiaramente da Ethereum e dal suo passaggio alla Proof of Stake.

Notizia comunque importante per chi si sta avvicinando al mondo del mining ed è a caccia di hardware a basso costo, o comunque a prezzi più accessibili. E con qualche risvolto potenzialmente positivo anche in termini di prezzo per diverse cripto che ancora sfruttano il mining. Le possiamo trovare sulla piattaforma sicura Capital.comvai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con INTELLIGENZA ARTIFICIALE INCLUSA – un intermediario che offre accesso al mercato di 476+ cripto asset, scelti tutti tra i migliori progetti attualmente disponibili sul mercato.

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NVIDIA rimuove le limitazioni sulle sue carte con “hashrate ridotto”?

Questo è quanto raccontano le riviste specializzate in hardware. Con l’ultimo aggiornamento dei driver GeForce, NVIDIA avrebbe rimosso le limitazioni software alle schede video e GPU vendute fino a qualche tempo fa con limitazione per il mining.

Basterebbe installare i nuovi driver

Si tratta(va?) della serie LHR, nata appunto per offrire ai videogiocatori schede comunque performanti, ma senza avere la competizione da parte dei miner, competizione che durante gli scorsi anni ha letteralmente fatto schizzare in alto i prezzi sul mercato di questa categoria di hardware.

Tempismo “sospetto

In molti si lamenteranno quasi sicuramente del tempismo, dato che lo sblocco arriva quando Ethereum non ha ormai più nulla da chiedere al mining e mentre le alternative sono ancora lungi dall’essere profittevoli. In altre parole la mossa di NVIDIA non sarebbe di sostegno ai miner, come prevedibile, ma un’ovvia conseguenza del fatto che la domanda di questo tipo di hardware è ovviamente scesa.

Una discesa della domanda che dovrebbe dunque continuare a garantire per gli appassionati di gaming accesso a periferiche al costo giusto, facendo saltare così la necessità per NVIDIA di mantenere questo tipo di limitazioni.

Tempo di acquisti anche per il mining?

Difficile a dirsi. In realtà il settore del mining domestico, con la prematura dipartita della Proof of Work di Ethereum, è diventato molto meno redditizio se non addirittura in alcuni paesi con un costo dell’energia troppo elevato (come l’Italia) a rendita negativa.

Pertanto buttarsi ora su queste scheda, o meglio, su un’offerta di schede ampia e aumentata nelle ultime settimane, potrebbe non essere una buona idea. A meno di non avere un piano di lungo periodo e puntare contestualmente sulla crescita di qualche progetto alternativo sul quale appunto andremo a fare mining. Una scommessa, e niente di più. Per ora vedremo se la mossa di NVIDIA sarà effettivamente di lungo periodo.