Un piano per aumentare l’adozione di USDC al di fuori degli Stati Uniti, adozione che per ammissione stessa di Coinbase sarebbe piuttosto scarsa ancora, almeno rispetto ai risultati ottenuti all’interno degli USA. Questo è quanto ha comunicato poco fa l’exchange di criptovalute Coinbase, tramite un post sul sito ufficiale.

Mission per aumentare la libertà economica a livello mondiale, si scrive, ma anche per aumentare il reach di un progetto da sempre legato a doppio filo alla vita dell’exchange, aggiungiamo noi. Per una mossa da valutare più avanti in termini di effettiva utilità. Il piano, come vedremo, sarebbe quello di rimuovere commissioni per chi acquista USDC anche con valute che non siano il dollaro USA.

Gli appassionati di USDC potranno seguire la campagna e parteciparvi con Coinbasevai qui per ottenere un conto gratuito per il trading e per l’acquisto di criptovalute – per un intermediario che offre la possibilità, oltre che di interagire con USDC, di fare compravendita di centinaia tra token e coin, per un intermediario che offre anche strumenti importanti per operare sul mercato.

Al suo interno infatti troviamo sia la piattaforma classica per tutti, sia la versione Pro, dedicata invece a chi ha bisogno di strumenti più avanzati per fare trading online. Il tutto con la sicurezza e con la reputazione che Coinbase si è costruita nel tempo anche in Italia.

Coinbase vuole rilanciare USDC anche fuori dagli USA

Un post che parla di rilancio quello apparso sul sito ufficiale di Coinbase. O meglio, il tentativo da parte del gruppo che ha fondato il consorzio Circle di aumentare l’adozione di USDC anche all’esterno degli Stati Uniti, partendo da una situazione non proprio edificante.

La nostra ricerca mostra come l’adozione di USDC sia stata più conservativa fuori dagli USA. Al momento USDC è comprato per il triplo dei volumi in Dollari USA rispetto a quanto avviene con altre valute. Questo in parte è dovuto alle commissioni che gli utenti devono pagare per convertire la loro valuta locale, una barriera per un’adozione internazionale più diffusa.

Problema: USDC è una realtà quasi esclusivamente USA. Soluzione: togliere le commissioni di conversione da valute diverse dal dollaro. Questo almeno secondo quanto deciso da Coinbase, che aggiunge infatti:

Per correggere il problema e per accelerare l’adozoine di USDC a livello internazionale, è giusto stabilire una parità globale di condizioni per tutti gli utenti. Coinbase rimuoverà le commissioni quando i clienti comprano o vendono USDC tramite qualunque valuta fiat su Coinbase.

Programma di rimozione delle commissioni dunque anche su tutte le valute che non siano il Dollaro USA. Basterà per vedere USDC prosperare anche al di fuori dei confini americani? Ai posteri, e ai clienti di Coinbase, l’ardua sentenza.

Un tentativo (disperato?) di invertire la rotta

Pesa a nostro avviso il niet di Binance

Per quanto in realtà su Binance sia ancora possibile prelevare e versare in USDC, rimane il fatto che non avere di fatto più scambi sulla piattaforma verso questo stablecoin non deve aver affatto aiutato la diffusione al di fuori dei confini USA. Questo anche perché Binance continua a muovere dei volumi enormi rispetto al resto del mercato.

La sfida lanciata a Tether inoltre sembra essere tra le più difficili, in particolare se si penserà in certi ambienti di poterla vincere con il FUD che ciclicamente colpisce lo stablecoin più capitalizzato al mondo. Stablecoin che soltanto ieri è sbarcato su 24.000 ATM in Brasile e soltanto la scorsa settimana ha annunciato il raggiungimento della soglia zero commercial paper nelle sue riserve. Cose non da poco in un mercato degli stablecoin che è sì globale, ma anche libero. Ovvero con gli utenti che decidono in autonomia – e talvolta la netto del FUD – quale stablecoin utilizzare.

Vedremo quali saranno gli effetti di questa nuova manovra di Coinbase. Per il momento a guadagnarne sono gli utenti, che potranno acquistare USDC pagando zero commissioni e dunque risparmiando qualcosina. Vedremo se sarà, come emerge dalla ricerca di Coinbase, davvero il fattore X.