È finalmente uscito Metavertu, lo smartphone Vertu con funzionalità Web3 native. Un prodotto molto atteso, di cui si parla già da tempo, che si presenta come da tradizione per l’azienda francese come un oggetto di lusso.

Oltre a fotocamere, processore e materiali di altissimo livello colpisce la presenza di un chip in grado di proteggere il wallet dell’utente da tentativi di frode, e la possibilità di convertire istantaneamente foto e video in NFT. È possibile anche eseguire un nodo blockchain sullo smartphone, che si presenta al pubblico con prezzi decisamente fuori portata per molti: si parte da oltre 3.000 dollari, per arrivare a superare quota 40.000 dollari.

Sicuramente non per tutti, ma comunque un segnale dell’interesse che il settore continua a suscitare anche tra i prodotti di nicchia e per clienti facoltosi. Un interesse che a nostro avviso farà anche questo da pubblicità per il comparto e per l’adozione del mondo cripto.

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Il METAfonino è qui

Così l’abbiamo chiamato sin dai primi annunci: lo smartphone di Vertu con funzionalità Web3 native è stato rilasciato il 24 ottobre, con gli occhi di due mondi puntati addosso. Ad attendere al varco il rivoluzionario smartphone di lusso erano gli appassionati di elettronica di consumo, e gli appassionati di Bitcoin e criptovalute.

Ecco i dettagli dello smartphone per il Web3

Per i primi non mancano le novità di un certo rilievo: Metavertu porta in dote un chip Qualcomm Snapdragon 8 Gen 1, un display AMOLED da 6,67″ con risoluzione 2400 × 1080, una fotocamera frontale da 16 MP e una fotocamera posteriore da 64 MP con triplo obiettivo e stabilizzatore d’immagine. Ricarica rapida (90% della carica in 20 minuti), cornice in ceramica, 18 GB di RAM, 1 TB di archiviazione interna e altre chicche che sapranno infiammare gli appassionati di smartphone di alta gamma completano il quadro di un dispositivo che colpisce anche per il prezzo. Si parla di cifre che partono da 3.284 dollari e arrivano fino a 41.300 dollari, a seconda della configurazione.

Un prodotto atteso da tempo e sicuramente non indirizzato a un mercato di massa, d’altronde Vertu produce veri e propri oggetti di lusso destinati a pochi facoltosi. Quello che interessa tutti gli appassionati di criptovalute invece è l’insieme di funzionalità Web3 native che lo smartphone porta in dote, a cominciare dal doppio sistema operativo.

Le funzionalità Web3

Quello del doppio OS è un accorgimento che permetterà di passare dall’ambiente cosiddetto Web2 agli scenari d’uso tipici del Web3, sfruttando così tutte le potenzialità del dispositivo in tale ambito.

Sarà possibile eseguire un nodo blockchain dal telefono stesso, installare App decentralizzate, e sempre grazie alla chain comunicare in modo più sicuro con gli altri utenti rispetto agli standard tradizionali. Avevamo anticipato alcune di queste funzionalità nel momento in cui i francesi annunciavano il lancio di Metavertu.

Con la notizia di oggi abbiamo quindi ulteriori dettagli sulle sue funzionalità in ambito cripto, tra cui segnaliamo la possibilità di convertire in NFT video e foto presenti sullo smartphone. A quanto ne sappiamo l’operazione dovrebbe essere piuttosto semplice e immediata. Sarà sufficiente un tocco per convertire i media in token non fungibili, che verranno archiviati sul telefono in modo sicuro.

A garantire sicurezza in ambito DeFi e criptovalute troviamo poi un chip appositamente studiato per proteggere i crypto asset dell’utente da eventuali attacchi informatici. Un’accorgimento che farà dormire sonni più tranquilli ai possessori di crypto wallet, visto che i tentativi di frode su chain non sono poi così rari, anche se in tantissimi casi si risolvono in favore delle vittime.

Il dispositivo quindi si presenta ottimizzato per un utilizzo in ambito Web3, con un comparto hardware e software all’altezza della situazione. Visto anche il prezzo non potrebbe essere altrimenti, ma in Vertu hanno investito tanto anche sul fronte della semplicità d’utilizzo. Lo stesso Gary Chan, CEO di Vertu, in occasione del recente lancio ha spronato gli altri produttori a compiere passi nella stessa direzione.

La complessità dell’ecosistema Web3 è tutt’ora un limite che ne potrebbe disincentivare l’adozione da parte di un pubblico più ampio. Il suo Vogliamo ripensare lo smpartphone per semplificare l’utilizzo sul Web3 è emblematico. Il prezzo rappresenta un’altro ostacolo altrettanto tangibile, ma il compito di produrre smartphone Web3 alla portata di tutti, o quasi, spetta ad altri. Solana in primis.