Il fisco norvegese sbarca sul metaverse di Decentraland, per incontrare i nativi digitali e divulgare loro le corrette informazioni su tutto ciò che c’è da sapere a proposito di Non Fungible Token, finanza decentralizzata e tributi.

Una guida istituzionale on chain su come applicare le tasse in ambito DeFi e NFT, ma anche parte di un più ampio piano con cui Oslo intende adottare le tecnologie del Web3 su larga scala. L’ufficio delle imposte virtuale su Decentraland, progettato dal governo in collaborazione con la società Ernst and Young, rappresenta il primo passo di un percorso che si preannuncia più articolato.

Operazione simpatia per il fisco norvegese? Chissà che non ne abbia bisogno qualche omologo anche in altri paesi d’Europa. E anche se su Decentraland i numeri che riguardano gli utenti non sono ancora interessanti, rimane la grande attenzione per questo metaverse da parte dei soggetti istituzionali. Possiamo investire su $MANA, il token che ufficiale del progetto, anche con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con TRADING AUTOMATICO e altri servizi fintech – per un intermediario che ci permette di investire su 78+ cripto asset, tutti scelti tra i migliori che questo mercato ha da proporre.

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Il fisco norvegese su Decentraland

Quello norvegese è l’ennesimo caso in cui vediamo le autorità centrali ricorrere alle tecnologie mutuate da Bitcoin e criptovalute per ammodernare l’apparato amministrativo statale. Questa volta scriviamo di Brønnøysund Register e Skatteetaten, che stanno collaborando con Ernst and Young per aprire un ufficio nel metaverse di Decentraland.

L’obiettivo è quello di fornire servizi e consulenze in ambito DeFi e Non Fungible Token soprattutto ai cittadini più giovani. Gli impronunciabili (per noi) enti sono rispettivamente l’ente governativo del Ministero del Commercio, dell’Industria e della Pesca, costituito da diversi registri informatici nazionali, e all’Agenzia delle entrate norvegese.

Quella che nascerà su Decentraland sarà una guida in materia fiscale, che si rivolge in prima battuta a un pubblico di nativi digitali, usando i media a loro più congeniali. Gli ufficiali di Stato norvegesi parleranno in primis di DeFi e NFT vista anche la crescente diffusione di questi ultimi soprattutto tra le nuove generazioni.

Dobbiamo fare i nostri complimenti al governo norvegese, che cerca di fare chiarezza in un ambito, quello della DeFi, per sua stessa natura estremamente complesso. Stanno mettendo in piedi la prima guida al mondo su come tassare DeFi e Non Fungible Token, e insieme stanno abbracciando con convinzione le tecnologie derivate dalle criptovalute.

Le dichiarazioni appena riportate sono da attribuire a Magnus Jones, che dai vertici di Ernst and Young loda l’operato delle autorità norvegesi. L’ufficio delle imposte su blockchain, oltre a rappresentare una coraggiosa e lodevole iniziativa con cui il governo si mette a disposizione del cittadino, è allo stesso tempo parte di un processo evolutivo in chiave Web3 più ampio.

Il primo passo di un percorso più articolato?

Gli enti fiscali norvegesi stanno infatti studiando come poter mutuare le tecnologie del comparto quali smart contract e crypto wallet per offrire ulteriori servizi ai cittadini ed efficientare l’apparato burocratico statale.

Un processo evolutivo ampio e articolato, e che con pragmatismo tutto scandinavo si tradurrà, nelle prime concrete applicazioni, in servizi diretti al cittadino. Gli uffici dedicati a imposte e tributi faranno da apripista per una rivoluzione che, immaginiamo, si estenderà in futuro a più settori della cosa pubblica. Il tutto ovviamente è possibile nel momento in cui le istituzioni centrali, prendiamo il Giappone come esempio significativo, vedono nella blockchain lo strumento ideale per accelerare su sviluppo economico, sociale e politico.

La Norvegia si sta avvicinando alle tecnologie del comparto adottando quella che sembra una politica dei piccoli passi, mandando avanti il fisco anche, immaginiamo, per sondare le potenzialità che tali tecnologie possono riservare all’apparato statale. Non si tratta peraltro della prima incursione in assoluto nel Web3 per Oslo, visto che di recente abbiamo parlato della collaborazione tra Norges Bank e Nahmii intorno all’attuale quanto discusso tema delle CBDC.