C’è una banca europea, forse ispirata dalle omologhe italiane, che vuole limitare Bitcoin e il resto del comparto cripto. Si tratta del grande e potente gruppo Santander, con sede principale in Spagna ma attivo anche in Italia. A destare scandalo è una mossa della filiale del Regno Unito del gruppo, che andrà a limitare la possibilità per i propri clienti di acquistare criptovalute.

Saranno infatti introdotti dei limiti di trasferimento verso gli exchange, non importa se registrati o meno, fissati nella misura di 1.000$ per singolo trasferimento, nonché di 3.000$ su base mensile. Tutto questo, dicono dalla banca, per proteggere i propri clienti dalle truffe.

Una posizione a nostro avviso anti-storica, in particolare se messa in opera da una banca che in passato si era invece dimostrata più che interessata al mondo cripto. Una mossa che, lo anticipiamo, non fermerà un’onda ormai partita anche tra gli investitori retail. Che potranno comunque affidarsi ad intermediari specializzati come eTorovai qui per ottenere un conto virtuale per testare tutte le funzioni fintech e AUTOMATICHE – per un intermediario che ci permette di investire su tutti i principali asset del settore, a partire da Bitcoin e per finire con un listino di 78+ cripto asset.

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Santander dura su Bitcoin e cripto: limiti per i trasferimenti agli exchange

Santander, tramite la sua filiale UK, prova a imprimere una stretta alla possibilità dei propri clienti di acquistare Bitcoin e altre criptovalute. Una stretta che viene implementata con un limite ai trasferimenti verso gli exchange, a quanto pare non importa se registrati regolarmente nel Regno Unito o meno. Una mossa che parte dalla volontà, dice il gruppo, di limitare i casi di truffe che avrebbero già colpito i propri clienti.

Negli ultimi mesi abbiamo notato un incremento importante nel Regno Unito di clienti che sono stati vittime di frodi a tema cripto.

Questo il commento del gruppo, che seguendo un percorso logico che ammettiamo di non comprendere, ha deciso che il modo giusto per combattere tali frodi, che pur esistono, è di limitare la libertà dei propri utenti di interagire anche con soggetti più che legittimi.

Una posizione, a nostro avviso, assurda

Una mossa che farà sicuramente discutere, perché il messaggio che viene lasciato passare, almeno presso il grande pubblico, è che Bitcoin stesso sia una truffa. Non è stato scritto espressamente, ma dal momento in cui si limitano i trasferimenti verso exchange più che legittimi, la conclusione non può che essere questa.

Non è la prima volta che…

Grandi banche ostacolano la libertà dei propri clienti di interagire con gli exchange e di acquistare criptovalute. Anche in Italia – seppur poi ci siano stati dei dietrofront ci sono stati attacchi di questo tipo. Hanno fermato Bitcoin? Assolutamente no, anzi al contrario hanno rinsaldato un sentimento di forte avversione verso le banche almeno per una parte di pubblico, stesso sentimento che è spesso benzina per la passione che in molti nutrono verso questo settore e in particolare verso Bitcoin.

Speriamo in un dietro front di Santander in UK, perché non è così che si fermano le truffe. E le banche potrebbero anzi operare in campagne di apertura verso il settore, anche al fine di spiegare ai propri clienti le differenze tra truffe e sistemi invece più che legittimi. Ma poco male, saranno loro a pagare il prezzo di un’opposizione che non può funzionare e che avrà come unico effetto quello di esacerbare animi già piuttosto polarizzati di loro.