L’Università dell’Alabama ha depositato sei domande per marchi registrati a tema NFT, metaversi e Crypto il 9 novembre come ci segnala l’avvocato di registrazione marchi e brevetti statunitensi Mike Kondoudis. Le domande depositate dall’università americana punterebbero a servizi di trading di NFT, negozi per beni virtuali e servizi finanziari.

Già a settembre, un’università cinese attivava i propri nuovi corsi a tema metaverso e ribattezzava il Dipartimento di ingegneria dell’informazione in Dipartimento di ingegneria del metaverso, questo nonostante tutti i ripetuti ban alle criptovalute da parte del governo nazionale. Il 9 novembre si unisce alla lista di università interessate al web3 l’Università dell’Alabama, che registra ben 6 marchi all’USPTO, ufficio centrale americano di registrazione di marchi e brevetti.

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L’Università dell’Alabama deposita domanda all’USPTO per 6 marchi a tema Web3

Un tweet dell’avvocato di registrazione marchi e brevetti statunitense Mike Kondoudis ci annuncia il deposito di domanda per 6 marchi registrati a tema metaversi, NFT, e servizi finanziari basati sulla blockchain ad opera dell’Università dell’Alabama. Non la prima e tantomeno l’ultima università nel mondo che si interessa alla blockchain come ci illustra la Todai, nome con cui è conosciuta l’università di Tokyo, che a luglio di quest’anno si attivava per portare lezioni del proprio ateneo all’interno del metaverso.

L’università dell’Alabama punta sul Web 3

L’Università dell’Alabama però avrebbe seguito una strada diversa, depositando all’USTPO (United States Patent and Trademark Office) domanda per 6 marchi registrati che riguardano lo sviluppo di servizi basati sulla tecnologia blockchain e che puntano alla creazione di servizi che sfruttano il metaverso e i token non fungibili. Una delle prime università statunitensi ad interessarsi con così tanto impegno alla blockchain.

I marchi registrati punterebbero alla realizzazione di negozi virtuali in cui scambiare beni digitali, marketplace di NFT, l’utilizzo di valute digitali e servizi finanziari. La tecnologia NFT in particolare sembra che si rileverà utile per lo sviluppo di file scaricabili appartenenti a diverse categorie di media in formato NFT, token non fungibili rappresentanti oggetti da collezione digitali a tema sportivo, e altri diversi tipi di scambi e compravendita di NFT e beni di proprietà digitale.

Corsa alla registrazioni di marchi che sfruttano la tecnologia blockchain e NFT

Grazie all’account Twitter di Mark Kondoudis ci arrivano ormai quasi quotidianamente aggiornamenti su quali grandi aziende e istituzioni stanno registrando marchi all’USTPO per sfruttare al massimo la tecnologia blockchain, NFT e i metaversi. A settembre ci arrivava notizia di Jack Daniel’s e del suo lancio di collezionabili digitali a suo nome, prodotti virtuali, merchandising e di un wallet di cui non si hanno ancora dettagli precisi.

Nello stesso mese ci arrivava notizia della registrazione di ben 19 marchi da parte della Ford per servizi di compravendita di NFT e versioni virtuali di macchine, camion, veicoli di vario genere e capi di vestiario da utilizzare nel metaverso, aggiungendosi alla grande lista di nomi di case automobilistiche con le mani in pasta nel mondo dei token non fungibili.

La Kraft che già aveva inaugurato una partnership con Microsoft per l’uso della tecnologia blockchain si unisce alla lunga lista che ha registrato marchi all’USTPO in chiave crypto insieme a Velveeta, Philadelphia, Kool-Aid, Jell-O, Lunchables e Oscar Meyer. Lasciando il settore alimentare ed entrando in quello del lusso e della moda troviamo invece Hermes con le sue intenzioni di creare beni virtuali vendibili come NFT e a servizi di pagamento in valute digitali e criptovalute. Un ultimo nome degno di nota è quello di Kanye West che si sarebbe presentato a giugno all’USTPO per presentare domanda come le grandi aziende citate qua sopra per la vendita di beni virtuali sotto il nome Yeezus.