I piani non cambiano, almeno nel Regno Unito. Parliamo ovviamente dei piani del paese per una regolamentazione dell’intero settore cripto e Bitcoin. Piani che erano stati comunicati già mesi fa, quando l’attuale Primo Ministro era ancora, si fa per dire, ministro delle finanze. Questo almeno secondo quanto dice il suo *rimpiazzo, Andrew Griffith, che insiste sul fatto che il Regno Unito** debba diventare un hub internazionale per l’industria cripto.

Non spaventa dunque quanto avvenuto dalle parti di FTX, cosa che invece ha agitato già discussioni importanti in seno all’Unione Europea, dove già si parla della necessità di avere un nuovo e ulteriore impianto regolamentare.

Una buona notizia? Starà ai nostri lettori, in autonomia, deciderlo. Quel che è certo è che ci sarà competizione tra diverse giurisdizioni. Cosa che non può che fare bene al settore, sul quale possiamo investire anche con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il top degli STRUMENTI di TRADING – intermediario che ci offre la possibilità di fare trading su 78+ asset cripto.

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Il Regno Unito non molla: vuole essere hub Bitcoin e cripto

Quanto avvenuto a FTX ha da un lato spaventato chi si stava avvicinando al mondo cripto e Bitcoin, dall’altro ha servito su un piatto d’argento l’opportunità, a tanti governi, di promettere ulteriori restrizioni per questa specifica categoria di asset. In realtà però tanto in Europa, quanto nel Regno Unito, le discussioni sono più moderate e accese, sebbene su livelli diversi. Partiamo dal Regno Unito: chi si occupa di Economia all’interno del nuovo governo ha subito chiarito la sua posizione, anche in relazione a quanto avvenuto da FTX.

Per me gli ultimi eventi sul mercato cripto rinforzano la mia opinione sulla necessità per una regolamentazione che sia chiara, efficace e che sia implementata con una tempistica rapida. Il FSMB ci permette già di stabilire un framework per regolare crypto e stablecoin nel Regno Unito e vedremo anche quanto fatto dagli altri paesi leader del mercato cripto più avanti.

La massima decisione dunque, per rimanere rilevanti nello spazio e anzi, per diventare una giurisdizione ospitale e che riesca a diventare hub.

Siamo portando avanti questa agenda e continuo a guidare il gruppo che si sta consultando con l’industria e ne condivide i passi avanti. Sì, ci sono domande sul futuro delle cripto, ma saremmo dei folli se dovessimo ignorare il potenziale della tecnologia che utilizzano.

L’ennesima sfida tra Londra e Bruxelles

Come vanno invece le cose in Europa?

Il Regno Unito ha abbandonato da qualche tempo, come dovrebbe essere noto per tutti, l’Unione Europea e dunque si muoverà in modo autonomo. Per quanto riguarda le normative cripto invece, l’Europa è ad un passo dall’approvazione del MiCA e dunque dall’avere,anche se con un periodo di grazia di 18 mesi, il suo primo impianto legislativo completo sul mondo cripto.

Tuttavia ci sono già diversi sostenitori di un’ulteriore normativa, o meglio, di un ulteriore impianto normativo, allo scopo di andare a coprire fattispecie che non sono comprese nella legge e che il caso FTX avrebbe fatto emergere. Il sentiment è assolutamente variabile e non è chiaro come ci si muoverà nei prossimi mesi. A leggere ed ascoltare però quanto è avvenuto ieri in Commissione ECON, l’impressione è che più che diventare leader del comparto, quello che interessa è cercare di evitare situazioni pericolose. E, possibilmente, arginare il settore invece di cavalcarlo. Quale dei due approcci sarà quello giusto?

Chissà. Nel frattempo qualcuno pensa al ban dei privacy coin, segno che ci sono diversi punti di vista da mettere insieme.