Della coordinazione probabilmente c’è, e chi aveva accusato Michael Saylor di fare lobby solo pro domo Bitcoin aveva forse del merito. Cambia il vento a Washington e ora anche Cynthia Lummis, senatrice e Bitcoin, co-firmataria della proposta di legge per normare il comparto negli USA, ha cambiato infatti idea su Ethereum.

Qualcosa che era già successo con il capo di CFTC qualche giorno fa e che potrebbe cambiare in modo rapido il quadro politico che circonda la creatura di Vitalik Buterin, creatura che dopo il passaggio alla Proof of Stake sembrerebbe aver assunto tutto un altro rilievo, almeno in termini legali.

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Anche la senatrice cambia idea

Cambio di opinioni a Washington, che non è il primo in realtà. Soltanto qualche giorno fa era stato il capo di CFTC ad affermare la stessa cosa, ovvero di non ritenere (più) Ethereum una commodity. Un passaggio che aveva preoccupato in diversi ma che in realtà aveva un po’ lasciato il tempo che aveva trovato. Questo perché non è comunque il capo di CFTC – l’authority che si occupa del mercato dei derivati e delle materie prime – a decidere chi è cosa.

Pro Bitcoin, contro Ethereum?

Ora però arriva a rincarare la dose Cynthia Lummis, senatrice già molto vicina a Bitcoin, anch’essa convinta tempo fa del contrario di quanto afferma oggi. E cioè Ethereum fosse una commodity come Bitcoin. Cambio di programma però, perché la senatrice ha affermato il contrario poco fa, confermando così l’idea che ci eravamo fatti di un cambio potenzialmente importante di atteggiamento politico a Washington proprio nei confronti di Ethereum.

Prima di pensare però che si tratti soltanto delle attività di lobby pro-Bitcoin che qualcuno sta pur facendo a Washington, sarà il caso di vedere cosa ha affermato Cynthia Lummis: è riferito allo staking e ai problemi che sta avendo.

L’impossibilità di fare de-staking adesso rende Ethereum suscettibile di essere considerato una security.

E dunque un titolo finanziario secondo una dicotomia che negli USA può fare il bello e il cattivo tempo. Il punto di Lummis è sicuramente interessante e meriterebbe di essere dibattuto a fondi, magari anche tra appassionati e specialisti, ma le tempistiche, non ce ne vogliano le frange più estreme di bitcoiner continuano a sembrarci un po’ sospetti.

C’è chi vuole sgombrare il campo a colpi di legge

C’è chi vorrebbe tanto sfiancare il mondo cripto a colpi di legge. Michael Saylor è stato piuttosto cristallino a riguardo, così come lo sono stati diversi dei personaggi che ruotano intorno al mondo corporate Bitcoin.

Tutto sarebbe un titolo finanziario, dicono, se non $BTC. La questione è di grande importanza perché se così fosse, la scure di SEC potrebbe abbattersi su praticamente qualunque progetto già sul mercato o che sta per arrivarci.

Ci può anche stare, almeno in termini di valutazione. Ma dato che dagli stessi personaggi sentiamo parlare di etica, forse sarebbe il caso non diciamo di fare un passo indietro, ma quantomeno di fermarsi a riflettere.