La crisi dei miner Bitcoin è agli sgoccioli? Come direbbero i colleghi americani, another one bites the dust, o per dirla a modo nostro ce n’è un altro che potrebbe mordere la polvere molto presto. Il caso è quello di Argo Blockchain, che secondo un documento diffuso per errore, a quanto parrebbe, avrebbe deciso di muoversi verso il Chapter 11, procedura di protezione dalla bancarotta che prova prima a ristrutturare, poi a liquidare.
La situazione dei miner è quella che abbiamo già descritto molte volte nelle ultime settimane: introiti in caduta libera a causa del prezzo non entusiasmante di Bitcoin, debiti importanti contratti per il pagamento delle macchine ASIC e gestioni troppo spericolate hanno già sbattuto fuori dal mercato diversi miner – e altri si stanno aggiungendo.
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Argo Blockchain verso il Chapter 11?
Questo sembrerebbe quanto è emerso dalla diffusione accidentale di un documento destinato agli investitori, che è stato rilanciato ieri su Twitter da Will Foxley di The Mining Pod e di Compass Mining.
Argo si sta preparando per la bancarotta lunedì, secondo lo screenshot di un documento che mi hanno inviato (molto probabilmente in modo accidentale)
Il documento riporterebbe la decisione di accedere volontariamente al Chapter 11, la procedura di protezione dai creditori che viene innescata al fine di avere tempo per liquidare i propri asset e risarcire i creditori senza che questi possano aggredire il patrimonio della società in via preventiva.
Il titolo ieri era stato sospeso dalla borsa di Londra da FCA, l’omologa di CONSOB nel Regno Unito, dopo che sono stati diffusi dati sugli introiti in forte calo per l’azienda. Azienda che ha perso dall’inizio dell’anno, in termini di valore azionario, già il 90%, condividendo il destino con diversi operatori di una certa taglia.
I miner sono i grandi malati del mondo Bitcoin: ma è un bene che sia così
Lo abbiamo già scritto e non abbiamo alcun problema nel ripeterlo: Bitcoin ha un meccanismo di auto-aggiustamento che ha previsto anche la possibilità che cali la quantità di potenza di calcolo utilizzata per il mantenimento della rete.
L’aggiustamento della difficoltà permetterà ai miner che rimarranno in salute di avere introiti maggiori e dunque di recuperare parte delle revenue perse a causa del calo del prezzo di Bitcoin, contestualmente con l’aumento della competizione per accaparrarsi quelli di nuovo conio che vengono inseriti in ogni blocco.
Una situazione dunque che volenti o nolenti andrà a risolversi, con qualche metaforico cadavere lasciato lungo la strada. Capita, o come si diceva qualche tempo fa, è il mercato bellezza. Chi sopravviverà al momento più buio per l’ecosistema economico Bitcoin ne uscirà ancora più forte.