Il curriculum è di quelli che farebbero impallidire anche i più scettici. Ben Bernanke è stato infatti non solo capo di Federal Reserve, ma anche premio nobel per l’Economia nel 2022. E anche lui, come tanti colleghi, non sembra vedere di buon occhio il mondo cripto. E quando a parlare è un’autorità di questo livello, il minimo che possiamo fare è riportare e commentare quanto è stato diffuso pubblicamente.

Ben Bernanke si è espresso ai microfoni del giornale svedese Nyheter la scorsa settimana, con pareri non esattamente edificanti sul comparto e sul valore degli asset che lo compongono. Pareri forse più morbidi di altri pezzi grossi della finanza tradizionale – vedi Nouriel Roubini – ma che comunque offrono spazio per un’analisi.

Nel frattempo il mercato cripto e Bitcoin sta provando a cancellare le difficoltà che ha avuto durante la sessione asiatica, durante una settimana che finirà per pendere proprio dalle labbra della banca centrale per eccellenza, ovvero Federal Reserve. Possiamo prepararci a questo evento con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP anche per fare trading AUTOMATICO – intermediario che ospita 78+ cripto asset e migliaia di altri titoli su altri mercati.

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Ai piani alti della finanza tutti contro Bitcoin e cripto

Non è una novità, né per Ben Bernanke né tanto meno per la folta schiera di coristi della finanza tradizionale, ormai da tempo impegnati in attacchi frontali verso Bitcoin e verso il mondo delle criptovalute. Quando a parlare però non è qualche economista in cerca di visibilità, ma una delle leggende del mondo delle banche centrali nonché fresco premio Nobel per l’economia, è forse il caso di fermarsi a riflettere su quanto detto. Anche per capire che aria continua a tirare ai piani altissimi del firmamento economico classico mondiale.

Fino ad ora le criptovalute non sembrano aver dimostrato di avere del valore economico.

Questo il laconico commento di Ben Bernanke, che ha così cavalcato un ritornello non molto originale, a nostro avviso neanche troppo veritiero e che al tempo stesso sarà sangue per gli squali che non aspettano altro che la morte definitiva di questo settore.

Banche Centrali? Niente amore per Bitcoin

Non hanno valore economico? Market is King e se ci sono ancora miliardi di dollari, anche di soggetti istituzionali, qualcosa vorrà pur dire in termini di valore economico. Ma quando non si ha skin in the game, ovvero quando si ha solo da guadagnare da certi attacchi senza che poi si sia responsabili se le cose dovessero dimostrarsi diverse.

Lagarde, Draghi, Bernanke: Bitcoin e cripto non piacciono ai banchieri centrali

Non dovrebbe essere una novità. In passato si sono espressi contro il comparto anche Mario Draghi e Christine Lagarde, così come lo stesso Bernanke si era pubblicamente dimostrato essere contrario a questo tipo di evoluzioni.

Se non saranno regolate falliranno, perché le persone non si fideranno. E se saranno regolate falliranno perché sono utilizzate principalmente per attività criminali.

Questo l’altrettanto poco edificante commento di Bernanke di qualche anno fa. Annunciando al tempo stesso che gli stati ne avrebbero ostacolato la crescita. Preoccupante? Nì. Perché Bitcoin è nato proprio per disinteressarsi di quanto avrebbero detto e fatto i banchieri centrali. E oggi, nonostante un attacco che dura da anni, viene ancora scambiato a 17.000$ per singolo coin.