I fondi hedge vogliono, neanche a dirlo, il sangue. Che tipo di sangue? Quello dei miner Bitcoin, diversi dei quali sono in grossa difficoltà, dovuta al prezzo tutto fuorché entusiasmante per Bitcoin. Una situazione molto preoccupante? Staremo a vedere e partiremo con la nostra analisi da quanto riportato dal Financial Times.

Il giornale finanziario ha infatti dedicato poche ore fa attenzione proprio a questo fenomeno, con l’Open Interest che è ormai alle stelle e con le posizioni short che continuano a montare in attesa del rosso fallimento o comunque della prossima grossa catastrofe che potrebbe colpire in particolare qualcuno dei grandi player del settore.

Possono sbagliarsi? Ci sono delle questioni di cui tenere conto, almeno a nostro avviso. E chi non crede che i fondi hedge stiano in realtà facendo la scelta giusta può investire con la piattaforma sicura eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con 100.000$ di capitale per provare le funzionalità – un intermediario che ci offre accesso a Bitcoin, a 78+ criptovalute e anche alle azioni dei principali miner.

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I fondi hedge puntano tutto sugli short: attacco ai miner Bitcoin

Maramaldo fu ritenuto vile perché stava in fin dei conti uccidendo un uomo morto. Sui fondi hedge lasciamo a voi il giudizio. La situazione è la seguente: come abbiamo più volte raccontato sulle pagine di Criptovaluta.it, sono in realtà diverse le società che si occupano di mining su Bitcoin e che stanno soffrendo in modo considerevole sotto il piano finanziario. La causa la sappiamo tutti: Iil prezzo di Bitcoin in caduta libera e, cosa peggiore, una gestione non sempre al top, con debiti contratti per l’acquisto di nuove macchine ASIC che ora tornano sotto forma di incubo.

Gli squali non aspettano altro, anche se…

Una situazione di sangue in mare, che non può che attirare certi tipi di pescecani. Tra questi diversi fondi hedge, che secondo quanto è stato riportato da Financial Times starebbero aumentando le posizioni short. Posizioni short che per alcune società del mondo del mining avrebbero già superato il 70% del totale delle azioni circolanti.

Dato che le cripto sono scambiate a prezzi molto più bassi di prima e dato che i miner hanno molte spese, non è chiaro come torneranno ad avere margini consistenti.

Questo il commento di Chris Crawford di Crawford Fund Management, che in realtà segue quanto detto da tanti altri specialisti degli investimenti più rischiosi. Sono rischiosi? Possono davvero i fondi hedge prendere una cantonata? Ci sono delle questioni di cui tenere conto. E che cercheremo di spiegare in breve, lasciando spazio poi ai nostri lettori per le loro considerazioni.

Cosa sta succedendo davvero?

Succede che diverse compagnie del mondo del mining sono davvero in difficoltà. Le loro azioni hanno già perso molto in borsa e alcune di queste si sono anche viste sospendere le contrattazioni. Su questo non ci piove e sarebbe sciocco dire il contrario. Tuttavia ci sono altre questioni che dovrebbero essere tenute in considerazione, almeno a nostro avviso.

  • Stanno scommettendo in parte contro il prezzo di Bitcoin

Un rialzo del prezzo di Bitcoin renderebbe le azioni di certi gruppi, in particolare dopo perdite così consistenti, molto più appetibili. Non è, in altre parole, un trade semplice come potrebbe apparire in prima battuta.

  • Più short, più rischi

Non solo per quei miner in difficoltà, ma anche per chi sta aprendo tali short. L’Open Interest è già a livelli poco sani e uno short squeeze, con la giusta collaborazione da parte di Bitcoin, potrebbe essere un’eventualità seria.

Non tutti gli short, in particolare quando di queste proporzioni, vanno poi per il verso giusto. E nonostante il fatto che Bitcoin sia stato di fatto dormiente per giorni e comunque in un range ristretto per settimane… beh, sappiamo tutti quanto poco possa metterci a invertire il trend e mettere il turbo, in un senso o nell’altro.

Qualcuno potrebbe scottarsi: e ad avere di più da perdere chissà che non siano proprio i fondi hedge.