E se la vera vittima, politicamente parlando, di questo bear market fosse proprio Gary Gensler? Conoscitore del mondo Bitcoin e crypto, tecnico prestato alla SEC, Gary Gensler non sembra più godere a fondo della fiducia della politica e dei mercati USA. Fiducia che sembrerebbe aver speso – senza speranza di recuperarla – proprio nel mondo cripto.

Un breve recap sulla posizione politica di Gary Gensler – anche in relazione a quanto avvenuto nella causa contro Ripple – potrà essere utile per capire qual è il grande problema della politica USA in relazione alle cripto e perché Gary Gensler potrebbe svolgere il ruolo dell’agnello sacrificale.

Una situazione che si evolverà anche alla luce di quanto è stato dichiarato recentemente dalla Casa Bianca, per una chiamata alle armi a coprire i buchi legislativi per quanto concerne il mondo cripto. Un mondo sul quale comunque in Europa possiamo investire con eTorovai qui per ottenere un conto gratuito di prova con 100.000$ di CAPITALE VIRTUALE – intermediario che propone in ambiente pienamente regolamentato la possibilità di investire su 78+ cripto asset.

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Gary Gensler, Joe Biden, Bitcoin e Ripple: cronaca finale del 2022

Una cronaca finale che non può che occuparsi della politica USA, della scelta della Casa Bianca ricaduta a suo tempo su Gary Gensler e su quanto potrà accadere nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Ripercorriamo rapidamente fatti che dovrebbero conoscere ormai tutti: Gary Gensler è arrivato in SEC, o meglio, a capo della stessa, con un forte appoggio politico, ai tempi piuttosto trasversale. Il classico tecnico prestato ad un’istituzione che in realtà è anche politica, in particolare quando si parla di Bitcoin e criptovalute.

Gary Gensler la vera vittima sacrificale?

Gary Gensler è stato responsabile non solo del processo a Ripple, ma anche del tentativo di proteggere SEC dall’arrivo di una regolamentazione più strutturata per il mondo cripto. Regulation by enforcement, chiamano da quelle parti la disciplina di casa Gensler: regolare il settore a colpi di multe e di cause, lasciando però – dovrebbe essere evidente a questo punto – troppo spazio per l’arbitrio, troppo spazio per l’interpretazione e nel complesso un quadro poco chiaro che sta punendo anche aziende americane, cosa che è poi quanto interessa al governo.

  • Il caso di Ripple

È piuttosto emblematico del problema di lasciare a SEC, organizzazione mutevole negli uomini e negli ideali, il controllo totale a mo’ di sceriffo dell’intero settore cripto. L’esito della causa è ancora incerto, in molti anche al di fuori del settore cripto si lamentano al tempo stesso per la scarsa chiarezza delle accuse, dei criteri del giudizio e dei confini del potere di SEC. Nel frattempo un’azienda di americani è costretta a non stringere accordi negli USA e a rimanerne lontana. E presto potrebbe incassare anche una multa rilevante.

  • Il caso di Bitcoin

Bitcoin e la sua natura non sono stati mai messi in discussione da Gary Gensler. In molti però sospettano che la sua non sia un’opinione genuina, ma una ritirata strategica sapendo che nessuno si sognerebbe negli USA di ritenerlo un titolo finanziario. Al tempo stesso però ha ostacolato con tutte le forze di cui sono dotati sia lui sia la sua agenzia l’arrivo di un ETF spot su Bitcoin. Cosa che viene ritenuta particolarmente grave da una schiera sempre più folta di commentatori, in particolare con il riaccendersi delle questioni che riguardano gli exchange e la loro assenza di sicurezza.

  • Il caso del “decido io”

A stancare sono anche le minacce, non sempre velate, che Gensler ha fatto recapitare a tutto il settore. Gli exchange, ha detto, dovrebbero venire a registrarsi da SEC in quanto vendono diversi token che sono in realtà securities. Quali? Non è dato saperlo. Il massimo della chiarezza che Gensler è disposto a concedere è un rimando al famoso Howey Test, che ormai ha quasi un secolo e che per molti è tutto fuorché adeguato a giudicare la vera natura di molti cripto asset.

Qui la questione poi si complica, perché sono diversi i bitcoiners di un certo spessore anche finanziario che farebbero carte false per veder dichiarati asset finanziari tutti gli strumenti, i token e i coin che non siano Bitcoin. Di questo avremo modo comunque di parlare in separata sede.

Le regole del mondo crypto sono la morte di SEC?

Forse non la morte, ma la descrizione di un perimetro più chiaro che metta l’intero comparto al riparo delle angherie, per quanto virtuali, guidate da Gary Gensler. Il nuovo annuncio di Biden e del suo governo affinché ci sia una regolamentazione delle zone d’ombra del settore potrebbe essere letta anche da questo angolo.

E anche in risposta alle proposte di legge “pubblicitarie” della senatrice Warren, che ha appena presentato un disegno che non sarà neanche discusso, in quanto il Congresso dovrà aggiornarsi per gennaio.

Accontentarsi di qualunque regola purché sia una regola? Non è questo quello che vogliamo dire, ma ci teniamo comunque a sottolineare come l’anarchia negli USA abbia favorito più chi questo settore vorrebbe vederlo, ancora una volta metaforicamente, sotto terra che rigoglioso e in crescita.