Petrolio alle stelle, giù SPX500, azionari in generale e anche Bitcoin e cripto. Continua il grande nervosismo sui mercati, sia per quanto Fed si appresterebbe ormai a fare, sia per le notizie – se così vogliamo chiamarle – che arrivano dall’Ucraina.

Massimo nervosismo, che ha visto però tanto Bitcoin quanto Ethereum tenere su supporti importanti, senza che si sia innescato il panico.

Venti di guerra in Ucraina e mercati giù

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Indice

Bitcoin, inflazione, azioni, guerra: i grandi temi che ci terranno occupati per un po’

La situazione generale sui mercati non è delle migliori. Abbiamo l’inflazione che morde, e della quale abbiamo parlato già più volte sulle pagine di Criptovaluta.it.

Inflazione che dovrebbe innescare reazioni da parte delle banche centrali che puntano tutte verso una recessione le cui proporzioni sono, almeno per il momento, difficili da calcolare.

Bitcoin ha comunque guadagnato nel corso di una settimana di paura e delirio, con un venerdì chiuso però in negativo dato che si sono aggiunti ulteriori elementi negativi all’outlook.

  • Venti di guerra in Ucraina

Il fulmine a ciel sereno è arrivato dalla Casa Bianca, che ieri ha parlato candidamente della certezza (poi diventata alta probabilità) di invasione russa ai danni dell’Ucraina. Una possibilità che secondo la stampa occidentale sarebbe quasi certezza appunto e che è stata sufficiente per innescare il panico su tutti i mercati.

  • Petrolio ai massimi dal 2014

Questa situazione ha spinto ancora più in alto i prezzi del petrolio, che sono ai massimi dal 2014. Anche questa non è un’ottima notizia per l’andamento delle borse. La crescita, già barcollante e meno intensa di quanto ci avevano raccontato le banche centrali.

In una situazione del genere era più che ragionevole aspettarsi un piccolo sell off anche di quello che, in queste situazioni, viene trattato a tutti gli effetti come un asset di rischio.

Il petrolio è ai prezzi più alti dal 2014

La buona notizia: tengono i supporti

I supporti fondamentali hanno però tenuto e chi si aspettava un crash per il mondo cripto è stato smentito. Certo, chiudere così la settimana non è stato piacevole, ma i segnali che arrivano dal mercato di Bitcoin sono, almeno a nostro avviso, incoraggianti.

Tutto questo tenendo conto anche della buona performance complessivo di questa categoria di asset durante tutta la settimana.

Gli eventuali rischi del weekend

Il weekend si presenta come altamente imprevedibile, come spesso accade nel comparto delle criptovalute e di Bitcoin. Durante la notte, quando a fare trading ci sono quasi soltanto gli asiatici, il prezzo è sceso anche se in modo relativamente contenuto.

Correlazione ancora una volta evidente con l’azionario

Ci sarà da stare a guardare, in particolare nel pomeriggio, cosa accadrà al risveglio di New York, con la volatilità che potrà essere sfruttata da chi preferisce il trading di breve periodo.

E nel caso di prezzi più bassi rispetto a quanto abbiamo visto nel corso della settimana, potrebbe esserci l’occasione di fare acquisti per il lungo periodo con l’exchange Crypto.comvai qui per aprire un conto gratis che offre anche 25$ di bonus ESCLUSIVO – intermediario che ci offre acquisto diretto e anche wallet digitale dove tenere le nostre cripto per il lungo periodo.

Lo spazio di manovra delle banche centrali è nullo

Qualcosa del quale in pochi parlano apertamente, perché forse contribuirebbe a gettare ancora più nel panico almeno le borse. Ritirare almeno in parte l’enorme liquidità con la quale sono stati inondati i mercati non sarà facile. La ripresa che si millantava qualche settimana fa non c’è, così come non c’è molto spazio per comprimere l’occupazione.

Sarà un gioco di equilibri, molto difficile tanto per Fed quanto per BCE. Con Bitcoin che avrà la sua grande occasione di proporsi come asset alternativo e porto sicuro in momenti di grande incertezza. La correlazione con gli asset di rischio non sempre c’è stata nell’ultima settimana, segno forse che il momento dell’affrancamento non è poi così lontano.

Bitcoin come asset alternativo al dollaro?

È la suggestione più forte – e anche questa una di quelle che non si leggono sulla stampa tradizionale. Tra le sanzioni che gli USA hanno minacciato di applicare ci sono anche restrizioni al mercato del dollaro USA per la Russia. Con una differenza geopolitica importante oggi: ci sono alternative. Qualche stato ci ha già guardato e, pur non scrivendone noi il nome, siamo certi che i nostri lettori potranno giungere alla medesima conclusione.