Il ministro catalano per l’innovazione ha annunciato l’istituzione di un metaverso per la promozione della cultura catalana. Con centro dell’operazione individuato in Barcellona, Daniel Macro punta a un duplice obiettivo. Incentivare il turismo sfruttando la blockchain da un lato, e coltivare in casa le professionalità necessarie a ulteriori sviluppi in chiave Web3.

Un progetto politico su ampia scala che partendo dalla promozione di lingua e cultura catalana, punta a fare della capitale l’HUB digitale di riferimento per l’intera area. Saranno coinvolte anche le università, a cui il governo si rivolge con programmi specifici per la formazione dei prossimi cripto-esperti da impiegare nel progetto.

Arriva il Cataverse, (Més que un metaverse)

Si chiama Cataverse il progetto di evoluzione on chain fortemente voluto dal governo catalano. Un metaverso dedicato alla promozione di lingua e cultura catalana, che aiuterà i turisti a entrare in contatto con quella regione a nord-ovest della Spagna dalla ricca e controversa storia.

L’uomo chiamato a dirigere le operazioni è stato individuato nella figura di Daniel Macro. L’attuale Ministro per l’Innovazione è entrato nel governo della Catalogna nel 2007, con ruoli dirigenziali a tema digitalizzazione d’impresa e promozione dell’industria ICT. Nel 2012 è stato nominato direttore di Digital Agenda for Catalonia 2020, e nel 2019 Director General for Innovation and Digital Economy.

Anche il settore pubblico punta sul metaverse

Un curriculum di tutto rispetto, completato dalla nomina, funzionale a questo racconto, a direttore di SmartCatalonia Government Strategy nel 2014. Da questa istituzione nasce Cataverse, progetto su larga scala col quale il ministro intende dotare l’intera regione di un cripto-assetto di rilevanza internazionale.

Daniel Macro, uno che oltre ad avere idee chiare e competenze per curare un’operazione del genere, può vantare un curriculum vitae decisamente adeguato. Il ministro non si è sbilanciato nei dettagli, ma se si parla di metaverso bisognerà pensare in chiave NFT, per offrire a turisti e non un’interazione profonda con Barcellona, a tutto tondo: dai servizi al cittadino all’assistenza sanitaria, dai trasporti all’arte.

Catalogna digital e cripto hub?

Arte che a Barcellona di certo non manca: la capitale della Catalogna può vantare oltre 50 luoghi espositivi permanenti, tra cui spicca Centre d’Arts Digitals IDEAL di cui abbiamo parlato in occasione della svolta cripto di Salvador Dalì.

In quella occasione abbiamo sottolineato l’apporto positivo che criptovalute e blockchain possono offrire al mondo dell’arte, che diventa decentralizzata e accessibile a tutti con l’evoluzione in chiave NFT del Vaticano, altra lodevole iniziativa di cui ci siamo fatti felici testimoni.

Le possibilità di sfruttamento di blockchain e tecnologie derivate sono pressoché infinite, e trovano applicazioni pratiche in quasi ogni area dello scibile umano. Barcellona, che ha offerto quest’anno un’edizione in chiave cripto del Primavera Sound, in questo senso sta dimostrando che con gli uomini e le competenze giuste gli Stati hanno tra le loro mani uno strumento incredibilmente potente.

Vogliamo dipingere quello di Daniel Macro come esempio di buona politica in fatto di criptovalute, virtù che dall’altra parte dell’oceano è venuta a volte meno in concomitanza con i primi forti scossoni dei mercati.