Secondo quanto riportato da Coindesk l’exchange di criptovalute Binance sarebbe stato multato per circa 3,3 milioni di euro nei Paesi Bassi, a causa della mancanza della licenza specifica per operare nel paese. A prescindere dall’entità della multa, che per le casse di Binance non dovrebbe costituire affatto un problema, rimane comunque un segnale di enorme importanza su quanto sta avvenendo in Europa.

Una frammentazione che causa problemi anche a giganti che possono permettersi le strutture burocratiche per le compliance e che è l’incubo materializzato di quanto molti analisti hanno già sottolineato, noi compresi.

Una situazione che, riteniamo noi, dovrebbe essere corretta al più presto anche per evitare una sorta di desertificazione anche in ambito cripto ed exchange in un continente, l’Europa, che non ha brillato per attenzione per le innovazioni in passato e che potrebbe perdere, anche questa volta in modo assolutamente volontario, l’ultimo treno.

Oltre tre milioni di dollari di multa per Binance nei Paesi Bassi

Mentre Binance è nel pieno del suo tour regolamentare, i Paesi Bassi pensano bene di intervenire con una multa di oltre 3 milioni di dollari, multa che segnala come forse ci sia anche qualche gelosia tra le diverse giurisdizioni europee. Il tutto mentre il MiCA è stato finalmente approvato, anche se entrerà in vigore tra circa 18 mesi, lasciando così spazio a diverse autorità statali di comportarsi come sempre o quasi hanno fatto, almeno in Europa, di fonte a nuovi fenomeni.

Regole o scusa per far cassa?

Multe per chi non è in regola con le regole di oggi, che poi non saranno più le regole di domani, in una sorta di limbo legislativo che punirà chiunque sarà preda ghiotta per gli erari nazionali. Ultimo in ordine temporale a finire in questa macchina infernale è Binance, verso il quale si potranno sicuramente sollevare obiezioni di tipo “regolamentare”, ma che al tempo stesso è uno degli attori che più si sta prodigando per essere in regola nella selva europea.

Questo dovrebbe garantirgli piena libertà di movimento in barba alle leggi nazionali? Non stiamo dicendo questo, ma sarà comunque il caso di prendere questa notizia e di discuterne anche in relazione alla frammentazione che temeva Cipro (giurisdizione da sempre molto attenta al mondo della finanza) e che temevano anche altri analisti indipendenti.

Cui prodest?

Mentre abbiamo assistito alla solita ipertrofia normativa in ambito Europeo, per ora gli unici risultati ottenuti sono le punizioni esemplari nei confronti di exchange e intermediari che con ogni probabilità, anche volendo, non avrebbero la possibilità di seguire le mille leggi e i mille ordinamenti che occupano ora il territorio europeo.

Alla faccia dell’Europa Unita e della possibilità di avere un mercato comune. Mercato comune presente per gli obblighi ma quasi mai per i vantaggi, dove la certezza del diritto non è quasi mai quella che dovrebbe essere e dove le multe hanno quel sapore di punizione verso un comparto piuttosto che di strumento per la protezione degli utenti.

Protezione degli utenti, lasciateci polemizzare fino in fondo, che è stata la base dichiarata per tante strampalate normative contenute anche nel MiCA. Che si possa legittimamente avere qualche dubbio sul reale intento delle normative europee e nazionali oggi, così come vengono applicate?