Houston, abbiamo un problema. O meglio, ce lo abbiamo anche in Europa, anche se in misura minore. Motivo del discutere è ancora una volta l’incredibile boom di articoli e news che si occupano di un progetto semisconosciuto, con articoli a pagamento che spesso non vengono riportati come tali.

Parliamo di $GNOX, token relativo al progetto omonimo Gnox, che è comparso su molte testate anche blasonate ad un ritmo ingiustificato per un protocollo di queste dimensioni e di questa rilevanza. Con qualche elemento che ci aiuterà a capire anche come funziona il mondo dell’informazione cripto e, al tempo stesso, le decisioni che Criptovaluta.it ha preso tempo fa e che intende continuare ad onorare nei confronti dei propri lettori.

Una decisione che, come è noto, riguarda la possibilità di pubblicare contenuti a pagamento su Criptovaluta.it: non accettiamo denari, per quanto importanti possano essere, anche e soprattutto per preservare le sostanze e i patrimoni dei nostri lettori. Lettori che non meritano di essere presi in giro soltanto perché vorremmo riempire i nostri portafogli.

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Promozionale sì, promozionale no: abbiamo un problema

Ognuno prova a sbarcare il lunario come può, ma quella dei contenuti a pagamento, segnalati o meno come tali, è una questione della quale si deve ormai parlare, per tutta una serie di motivi. Ultimo nell’infinita sequela di progetti promossi a denaro sonante è $GNOX, che ha già iniziato a fare capolino su diverse testate americane e che presto, temiamo, arriverà anche dalle nostre parti.

È ora di pensarci

Un progetto che punta alla DeFi e che offre un piano di sviluppo molto arzigogolato e ambizioso, con un token che si trova ancora in pre-sale, ovvero con una vendita diretta da parte dell’emittente. Elementi che dovrebbero far sollevare più di qualche dubbio a riguardo della solidità del progetto o che comunque dovrebbero essere considerati per quello che sono, ovvero segnali della presenza di rischi importanti per chi investe.

E invece non abbiamo letto niente di tutto questo. Al contrario abbiamo incontrato i soliti titoli che invitavano all’investimento, con supposte bull run dietro l’angolo e la possibilità che $GNOX andrà a superare mostri sacri del mercato.

Il che potrebbe anche starci come analisi di mercato, se non fosse che si tratta di analisi di mercato false e pagate direttamente, con qualcuna tra le grandi testate che riportano questo token che si “dimentica” anche di segnalare il contenuto come a pagamento.

Sì, è un problema. Lo abbiamo visto dalle nostre parti con altre pubblicazioni che parlano ormai da tempo di diversi progetti strampalati che addirittura supereranno Bitcoin, anche in questo caso segnalando o meno il fatto che si tratti di contenuti a pagamento.

La segnalazione a nostro avviso non basta

C’è un altro fatto di cui si discute troppo poco. Segnalare il contenuto come a pagamento è il minimo della correttezza, un minimo che però non è sufficiente. E perché lo diciamo? Perché la stragrande maggioranza dei lettori si ferma al titolo o alle prime battute, o spesso non si accorge della segnalazione stessa, perché riportata in piccolo o con colori che si confondono con lo sfondo.

A fronte di questo, chi fa informazione seria a nostro avviso dovrebbe rinunciare a questo tipo di entrate, per quanto (lo sappiamo perché veniamo contattati anche noi) si tratti di offerte economiche importanti. Ma bisognerà pure scegliere se mettersi al servizio di un’informazione il più possibile sana oppure del proprio portafoglio sul breve periodo.

Criptovaluta.it non ha un tariffario

Chi bazzica nel mondo delle pubblicità dovrebbe già saperlo, dato che non abbiamo mai accettato alcun tipo di offerta di questo tipo. Per coloro i quali potrebbero farsi avanti in futuro lo scriviamo nero su bianco.

Criptovaluta.it non ha alcun tipo di tariffario e quando scrive di un progetto lo fa in modo completamente indipendente. Il nostro portafoglio di investimento è ad accesso pubblico e le posizioni di chi scrive non differiscono da quanto riportato lì.

È il minimo, a nostro avviso, che si può fare per continuare a garantire un’informazione indipendente della quale il mondo cripto e Bitcoin hanno decisamente bisogno. O si cambia rotta, o non possiamo aspettarci di essere trattati seriamente. Lo fanno anche i giornali mainstream? Vero, verissimo. Ma non è proprio dal vecchio modo di scambiarci denaro e informazioni che staremmo provando a separarci?