Come prevedibile, un dato anche soltanto leggermente migliore delle attese ha contribuito a far tornare Bitcoin in verde relativo, con il coin per eccellenza che viene scambiato ormai abbondantemente sopra i 24.000$, grazie alla spinta che è arrivata anche dalla sessione asiatica, particolarmente spumeggiante per quanto riguarda le contrattazioni su tutti gli asset di rischio.

Una situazione relativamente insolita per agosto, mese estivo in genere caratterizzato da volumi piuttosto bassi e che invece quest’anno ricorderemo come quello del picco alle spalle per l’inflazione. O almeno così sperano e credono i mercati, che da ieri hanno ripreso a insistere e battere anche sui principali asset di rischio.

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I dati sull’inflazione spingono in alto Bitcoin

Ne avevamo già parlato ieri appena è stato pubblicato un dato incoraggiante ma comunque non ancora definitivo sulla situazione che sta tenendo i mercati in ansia. L’inflazione negli Stati Uniti è più bassa, anno su anno, del mese precedente e si è dimostrata essere addirittura più bassa delle aspettative dei mercati. Questo ha innescato un certo appetito per il rischio da parte degli investitori, che ha avuto come primo riflesso un rialzo consistente per tutto il mondo cripto e Bitcoin.

Recupero pazzesco per Bitcoin

Nonostante la sessione USA del pomeriggio fosse stata poi relativamente fiacca e con swing di prezzo importanti, ci ha pensato poi l’apertura della sessione asiatica a portare in alto i prezzi non solo di Bitcoin, ma anche di Ethereum e di tutto il resto del comparto.

Con Bitcoin che, almeno questa volta, non guida ma rincorre, dato che tutti i principali token del settore in realtà stanno correndo di più e in doppia cifra, con uno scarto medio del 5% con il mondo degli altcoin. Segno di una fase di mercato cripto molto particolare, che potrebbe estendersi ancora per un po’ e che sta vedendo $BTC perdere dominance.

Quanto è definitivo il cambio di traiettoria dell’inflazione?

Ieri all’esprimersi dei papaveri di Fed i mercati hanno tirato il freno a mano, ricevendo una strigliata che era poi quanto avevamo previsto nel primo pomeriggio. A cosa ci riferiamo? Al fatto che una compressione comunque molto modesta dell’inflazione non cambierà la traiettoria delle misure di Fed, che a meno di clamorosi stravolgimenti dovrebbe confermare un rialzo dei tassi di almeno 75 punti base per il prossimo incontro del FOMC.

Sebbene sia incoraggiante vedere un dato di questo tipo, ovvero vedere l’inflazione che non cresce rispetto al mese precedente, siamo comunque molto lontani da una soluzione, con molti dei problemi che hanno portato all’aumento dei prezzi che sono ancora non risolti. E con Washington che potrebbe continuare con politiche di spesa pubblica importanti, che potrebbero esacerbare la situazione almeno sul fronte dei prezzi.

Cosa vuol dire questo per Bitcoin? Vuol dire che potrebbe permanere incertezza fino a quando rimarrà parallelo all’andamento dei titoli di rischio. Cosa che però sta mostrando una certa debolezza nelle ultime settimane, con un decoupling che comincia a manifestarsi come possibile.

Per il lungo periodo: probabilmente abbiamo un bottom

E su questo siamo d’accordo con il presidente di FTX negli USA che pensa che il brutto del Crypto Winter sia ormai alle spalle. Ormai sembra essere sentore comune che difficilmente torneremo sotto i minimi segnati qualche settimana fa in pieno contagio.

Questo a prescindere da come si muoverà l’inflazione nei prossimi messi e da quanto dura potrà essere un’eventuale recessione, che comunque i mercati sembrerebbero avere già scontato. Con qualche altro parere illustre che sembrerebbe pensarla come chi vi scrive. Per tornare poi sul titolo, sembrerebbe che molti dei grandi investitori di Wall Street abbiano già acquistato ai minimi, e che potrebbero presto impiegare capitali importanti proprio su BTC. Ecco a cosa si sta preparando il mercato.