La DeFi non vincerà. Almeno per il mercato dei derivati. Questa è l’opinione di JP Morgan, gruppo con un rapporto di amore e odio con il mondo cripto ormai da qualche anno, nonché gruppo bancario che è forse tra i più attivi nell’implementare soluzioni in blockchain. Il gruppo è tornato a parlare della situazione attuale nel mondo cripto e DeFi, in particolare in relazione a quanto avvenuto dalle parti di FTX.

Il gruppo non ritiene che questo evento sarà la pietra tombale sugli intermediari centralizzati e in particolare per quelli regolamentati e che operano nel pieno rispetto delle leggi. Una posizione, continua JP Morgan, che offrirà su un piatto d’argento una fetta di mercato importante al CME di Chicago.

Sarà questa l’evoluzione degli scambi? Sarà lo stesso per il mercato spot? Staremo a vedere. Nel frattempo il mercato sembrerebbe essersi fatto ormai una ragione della scomparsa di FTX e dell’effetto contagio che ha innescato. Potremo investire su tutte le principali criptovalute e su Bitcoin anche con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il top degli STRUMENTI FINTECH E AUTOMATICI – intermediario che offre 78+ asset di questo mercato in accesso diretto.

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Il crack di FTX? Porterà ad un’accelerazione delle regolamentazioni, ma…

L’opinione di JP Morgan è chiara. Il crollo di FTX non sarà la morte del mondo cripto, ma non sarà neanche la vittoria dei sistemi DeFi, che pur in questi ultimi giorni hanno mostrato segnali di forza molto importanti.

Nuova vita per chi vuole imporre regole

Questo almeno per quanto riguarda il mondo dei derivati e degli investitori istituzionali e dei fondi che hanno bisogno di posizioni a leva. Il mondo della DeFi infatti, tra tempistiche per l’esecuzione, volumi di scambio richiesti da certi clienti e tracciabilità di certe posizioni non sarebbe molto appetibile per gli investitori che contano davvero.

Una posizione che in realtà abbiamo ascoltato più volte da diversi fronti, in particolari quelli che vivono ai piani alti del mondo della finanza. Un’opinione che sarà forse interessante discutere tanto su Twitter quanto nella nostra sezione commenti.

C’è poi un’altra posizione, ovvero quella che vede come possibile un’accelerazione delle tempistiche per quanto riguarda la regolamentazione cripto e Bitcoin all’interno delle giurisdizioni più importanti. Si parla di MiCA nonché di leggi USA, ancora in alto mare e che avranno bisogno di tempi importanti prima di essere in vigore. Tempistiche che, in un mondo frenetico come quello cripto, appaiono come addirittura più dilatati.

Cosa ne sarà degli exchange? Potranno davvero tornare a ruggire?

Prima di analizzare e commentare la posizione di JP Morgan è comunque bene capire di cosa stia parlando. Si parla di mercato dei derivati e dei prodotti a leva, prodotti che sono destinati ad un pubblico molto specifico, in particolare se oltre certi volumi.

Gli exchange, almeno ad avviso di chi vi scrive, rimarranno una realtà quantitativamente importante per chi deve fare il primo accesso all’interno del mondo cripto o Bitcoin, per quanto esistano comunque alternative diverse e che garantiscono maggiore privacy.

Sarà forse più difficile per quegli operatori che ospitano una parte importante del trading di derivati – e che dovranno negli anni futuri fare i conti con l’arrivo di operatori di un certo spessore e che godono anche dell’appoggio regolamentare al 100%. Dal crack di FTX uscirà un mondo profondamente ridisegnato, e per vederne gli effetti potremo dover aspettare diversi mesi.