Bitcoin e tulipani, ma non nel senso che vi aspettereste. No, non stiamo parlando di bolla, ma della trovata di Bert de Groot, che ha coniugato la necessità di calore delle serre con l’emissione, anche in termini di calore appunto, delle macchine utilizzate per il mining Bitcoin. Qualcosa di molto interessante anche tenendo conto degli enormi costi di approvvigionamento energetico che tutti in Europa, compresi gli olandesi, devono affrontare.

La soluzione definitiva? Forse no, ma comunque segno di quanto si può fare in realtà con un po’ di inventiva. E del ruolo che il mining Bitcoin può avere anche per migliorare gli ambienti nei quali viene svolto. Non si potrà fare forse ovunque, ma di segnali continuano ad arrivarne. E sono positivi, e arrivano proprio dall’ingranaggio più criticato della macchina Bitcoin.

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Bitcoin e tulipani: si può, ma non nel senso che…

Quando sentiamo Bitcoin accostato ai tulipani, non è in genere in modo edificante. $BTC è stato accusato più volte di essere una bolla al pari di quella dei tulipani che, diversi secoli fa, finì poi nel peggiore dei modi. La storia che vi raccontiamo oggi è però diversa. Perché c’entrano in realtà una serra di tulipani e il mining di Bitcoin, in un utilizzo molto creativo del calore che viene prodotto dalle macchine ASIC.

Bitcoin e tulipani insieme, ma non come potrebbero pensare…

Il problema dovremmo conoscerlo tutti. O meglio, i problemi. Da un lato i costi molto alti per l’approvvigionamento energetico, dall’altro il calore (e il consumo energetico) che è causato dal mining Bitcoin. Perché allora non unire l’utile al dilettevole? Ci ha pensato Bert de Groot, a sud di Rotterdam, che appunto utilizza il calore ricavato dai miner per andare a mantenere calde le serre durante l’inverno. Trovata intelligente, interessante, che permette di recuperare parte dell’energia utilizzata dai miner e che aiuta anche a crescere vegetazione. Una soluzione ideale, anche da contrapporre alle critiche, spesso ingiustificate, su questo specifico aspetto di Bitcoin e del funzionamento di uno dei suoi ingranaggi vitali.

La questione dei consumi rimarrà cruciale

Per quanto ci sia molto da discutere a riguardo e soprattutto a livelli meno superficiali di quanto faccia la stampa tradizionale, quella energetica e quindi dell’impatto ambientale rimarrà una delle questioni cruciali del futuro di Bitcoin. Con uno scenario a livello globale che però sta cambiando rapidamente.

I criteri ESG sembrerebbero avere un appeal leggermente più basso rispetto a qualche mese fa, e il nuovo vento politico che potrebbe spirare presto negli USA e in Europa potrebbe ridimensionare la questione, in particolare di fronte ad una delle crisi energetiche più importanti dell’epoca moderna.

Crisi che si vorrebbe far pagare a Bitcoin, nonostante sia stato una delle forze positive per il miglioramento della produzione elettrica, anche rinnovabile, e per la sostenibilità delle reti. L’iniziativa olandese è interessante, ma non risolutiva. Ma al tempo stesso gli va riconosciuta originalità, quell’originalità che non manca tra i bitcoiner più duri e puri. La battaglia è soltanto all’inizio? L’ecosistema non si è mai tirato indietro.