Cos’è successo davvero tra Mazars, Binance e gli altri exchange che erano ricorsi alla società di revisione in questione per tranquillizzare i propri clienti? No, non c’entra nulla l’affidabilità degli exchange in questione, ma altro. Altro che però i principali giornalisti e analisti del mondo cripto stanno facendo fatica, almeno a nostro avviso, a comprendere.

La situazione FTX – e anche una certa disinvoltura degli altri exchange nell’essere poco chiari riguardo l’audit – hanno reso l’intera categoria una sorta di pariah che, comprensibilmente, nessuno al momento vuole toccare. È necessariamente segnale di un problema? Forse sì, ma non nel senso che ci aspetteremmo. Ed è su questo che vogliamo provare a fare chiarezza su quanto è successo. Anche perché sono in molti a cavalcare questo FUD per fare profezie di sventura.

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Mazars molla tutti: ma non è un problema di Binance, né…

Ci aspettavamo del FUD, ma non su questi livelli. Al centro della questione c’è ancora Binance, exchange sulla cui tenuta sembrerebbero essere in tanti a dubitare. A rinfocolare queste convinzioni l’addio, poco più di 24 ore fa, di Mazars, società di revisione che si era occupata di verificare la presenza degli asset, a partire da Bitcoin, proprio di Binance e anche di altri exchange in modo più ampio, come nel caso di Crypto.com. Entrambi a rischio? E cosa dire di KuCoin, che aveva ottenuto l’ok proprio da suddetta società di revisione e che ora è stata sbattuta fuori allo stesso modo?

  • Mazars si è ritirata TEMPORANEAMENTE dal settore cripto

È la prima precisazione da fare: Mazars non ha interrotto i rapporti con Binance, così come non li ha interrotti con Crypto.com o con KuCoin. Ha deciso, a sua detta temporaneamente, di interrompere tali servizi per una serie di motivi che andremo a vedere più avanti. Motivi che non c’entrano nulla né con l’affidabilità di tali società, né tanto meno con i dati che ha precedentemente certificato.

  • Gli exchange hanno qualche responsabilità

Che però non è quella che vi aspettereste. Gli exchange, a partire da Binance, hanno utilizzato con eccessiva disinvoltura la parola audit – che in gergo tecnico ha un significato ben preciso – mettendo così da un lato in cattiva luce Mazars, dall’altro contribuendo alla confusione che ha portato il gruppo a mollare. Errore imperdonabile? Forse no, ma è altrettanto vero che gli exchange non sono più, almeno in certi casi, delle attività di piccola entità e che non hanno obblighi di serietà e che possono opporre il loro animo punk a certi errori. Binance, tanto per citarne uno, è di dimensioni di molto superiori al grosso delle società quotate in borsa in Italia e forse avrebbe bisogno di un atteggiamento maggiormente corporate. A patto che sia loro intenzione e desiderio essere presi sul serio.

Comunicazione da migliorare

Lo stesso vale per tutti gli altri exchange, che non sembrerebbero aver capito l’antifona, almeno recentemente. Le cose sono cambiate, i clienti si aspettano atteggiamenti diversi e fare i furbi (come nel caso dell’utilizzo della parola audit) non servirà a nulla.

I malati del settore sono altri: e forse sarebbe il caso di preoccuparsene

Come abbiamo visto qualche ora fa in realtà i malati del settore sono diversi e poco c’entrano con gli exchange – o almeno con gli exchange che sono più direttamente sotto il fuoco del FUD. La situazione di Digital Currency Group infatti continua a preoccupare, dato che il tempo passa e di soluzioni non sembra che ce ne siano all’orizzonte.

Ieri un messaggio di Gemini ha fatto intendere che qualcosa dietro le quinte si sta muovendo. Chissà se sarà la soluzione che il mercato aspetta per tirare un sospiro di sollievo.