La riuscita del fork di Ethereum in Proof of Work dipenderà anche da quanti progetti fondamentali decideranno di supportarlo, magari offrendosi su entrambe le versioni. Oggi arriva una tegola importante per il progetto, dato che Chainlink ha confermato che non offrirà alcun tipo di supporto per qualunque tipo di fork che non sia, per l’appunto, il principale.

Una brutta notizia per Justin Sun, che ormai appare come il vero factotum dietro questa ennesima operazione antipatia, che tuttavia sul suo Poloniex andrà proprio a quotare anche il token “alternativo”. Con le prime defezioni però il progetto si fa sempre più difficile e, come dicono gli americani, Dead on Arrival, ovvero morto sul nascere.

Si tratterebbe di una buona notizia per Ethereum, dato che eviterebbe un sacco di confusione di cui il progetto sicuramente non ha bisogno in una fase così delicata della sua esistenza. Possiamo investire su $ETH anche con la piattaforma sicura eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con i migliori SERVIZI FINTECH – intermediario che ci permette di investire su 75+ cripto già inserite nel proprio listino e che continua ad allargare la propria offerta.

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Chainlink, il più importante servizio di oracoli del mondo blockchain, sembrerebbe aver già fatto la sua scelta. Non supporterà nessun fork PoW di Ethereum, a prescindere da quali possano essere effettivamente in consensi che andrà a riscuotere. Il protocollo rimarrà funzionante soltanto su Ethereum nella sua versione post-merge, e dunque non offrirà il fianco ai progetti che vorrebbero forkare ETH per rimanere sostanzialmente in Proof of Work.

Una decisione che è importante, perché parliamo di uno dei più importanti servizi tra quelli presenti su Ethereum, la cui assenza potrebbe voler dire molto per chi sta cercando di organizzare una sorta di imboscata ai danni del progetto guidato da Vitalik Buterin. In assenza di Chainlink si dovrebbe infatti trovare un’alternativa che possa offrire agli Smart Contract accesso a dati credibili che arrivano dall’esterno della chain.

Una dichiarazione di intenti che sarà destinata a far discutere e che con ogni probabilità finirà per istigare progetti di analoga portata a prendere una decisione in merito prima che il merge si verifichi. Cosa che gioca ovviamente a favore di Ethereum, perché potrebbe effettivamente morire sul nascere il progetto di Fork che creerebbe confusione e che finirebbe inevitabilmente per diluire progetti e sviluppatori tra le due chain, seppur non in misura eguale.

Intanto gli exchange si preparano…

Alcuni a supportare eventuali token post-fork che avranno trazione, come nel caso di OKX, che si è già detto pronto ad offrire supporto a qualunque tipo di fork nel caso in cui dovesse essere frutto di un progetto serio e con buoni volumi.

La lotta continua…

Vedremo cosa succederà con altri intermediari magari di dimensioni più importanti. Anche se temiamo che anche qui si tratterà principalmente di stabilire quali possano essere o meno i valori messi sul tavolo da un eventuale fork.

Siamo, per intenderci, più che sicuri del fatto che se Ethereum PoW o ETHW che dir si voglia dovesse trovare appoggio di miner e di speculatori potremmo senza troppi dubbi ritrovarcelo anche sui listini degli exchange più importanti al mondo, a prescindere da quali saranno le dichiarazioni di intenti di questi ultimi giorni che ci separano dal merge.

Vitalik Buterin non è spaventato

Nel frattempo si dice tranquillo Vitalik Buterin, che non vede nella possibilità di fork un problema per il merge di Ethereum. Tattica per mantenere il pubblico tranquillo o analisi lucida della situazione?

Con gli elementi che abbiamo a disposizione oggi forse più la seconda, sebbene ci sarà da fare un po’ di politica per evitare che la community si accapigli su una questione del genere. Politica che, anche in passato, Vitalik Buterin ha dimostrato di saper gestire più di tanti omologhi e figure guida della criptosfera.